SCIENZA E TECNICA DEL ‘400

SCIENZA E TECNICA DEL ‘400

I grandi viaggi e le scoperte geografiche determinarono sia nella fase della loro progettazione che dopo, ad esperienza compiuta, uno sviluppo notevole degli studi e un forte impulso alla ricerca tecnico-scientifica. La richiesta di mezzi di navigazione più adeguati e sicuri permise il formarsi di una industria navale che poteva contare su artigiani abituati a servirsi della matematica, capaci di fabbricare bussole, strumenti e di compilare carte nautiche.
In astronomia prendeva corpo la consapevolezza del movimento e della rotondità della terra, che avrebbe avuto con Copernico una prima definizione teorica.
Verso la metà del ‘400 vengono introdotti, per la prima volta in Europa, i caratteri mobili di metallo. È una autentica rivoluzione: assieme alla costruzione della carta con gli stracci – che aveva sostituito la costosa pergamena – é ora possibile procedere alla stampa di libri a basso costo e quindi, almeno potenzialmente, ad alta diffusione.
I testi religiosi, la Bibbia soprattutto, furono i primi libri stampati col nuovo sistema. Seguirono con ritmo crescente opere di illustrazione del mondo naturale, di viaggi e scoperte; e, infine veri e propri manuali descrittivi delle varie tecniche artigiane, prima trasmesse solo oralmente. Per imparare le nozioni fondamentali del mestiere, l’artigiano deve cominciare a leggere.

La prosa scientifica

La ricerca di nuove forme di espressione nella pittura come nell’architettura superò i confini di una elaborazione solamente estetica ponendo problemi di natura squisitamente scientifica. A questi problemi dedicarono il loro eccezionale ingegno due grandi protagonisti della prosa scientifica del ‘400: Leon Battista Alberti e Leonardo da Vinci.
Leon Battista Alberti, nato a Genova da famiglia fiorentina nel 1404 e morto a Roma all’età di 68 anni, fu uno di quegli uomini di straordinaria cultura e versatilità che, numerosi, appartennero al Rinascimento.

Si occupò di archeologia, musica, pittura, scultura, geometria. I suoi trattati ”Della pittura” e “Della statua” é considerato come il primo manifesto del Rinascimento.
Sostenitore della “prospettiva formale” scoperta dal Brunelleschi, affermò che oggetto fondamentale della pittura doveva essere la rappresentazione delle figure eseguita in modo tale da conservarne gli effetti di profondità (nella pittura romanica, ad esempio, le figure e lo sfondo sulle quali erano poste apparivano come ”schiacciati”, senza alcun effetto prospettico). Alberti sostenne che i pittori dovessero avere una profonda conoscenza della geometria.

Leon Battista Alberti

Leonardo da Vinci – Di Leonardo è uno tra i più grandi talenti della pittura di ogni epoca. Sulla poliedricità, sui diversi volti del suo genio intendiamo ritornare proponendo un brano, a lui dedicato, tratto ancora dalla ”Storia della scienza” di J. D. Bernal. L’interesse di questo pezzo deriva, in modo particolare, dall’analisi della figura dell’intellettuale, dell’artista così come veniva considerata agli inizi del Rinascimento

“Nel Rinascimento le professioni del pittore, dello scultore, dell’architetto e dell’ingegnere non furono tra loro distinte. L’artista poteva essere chiamato dal governo della sua città, o offrirsi lui stesso, per fondere una statua, costruire una cattedrale, prosciugare una palude o organizzare l’assedio di una città nemica. Il mastro artigiano doveva conoscere la proprietà dei materiali e i mezzi per usarli. L’artista doveva conoscere tutto questo e molto di più, ispirando il proprio lavoro a determinate forme geometriche e meccaniche in una cosciente imitazione dell’antichita. In questo campo appunto Leonardo da Vinci, sommo artista e naturalista, rivelò grandissima abilita. Per raccomandarsi alla benevolenza del Duca di Milano, ad esempio, cita tutta una serie di artifici militari che gli erano noti e aggiunse, infine ”quanto alla pittura ne conosco quanto ogni altro”. I suoi quaderni di appunti mostrano la sua acutezza nell’analizzare i procedimenti della metallurgia e dell’ingegneria e la sua grandezza di ingegnere meccanico e idraulico. Il suo tentativo più ambizioso, benché destinato al fallimento, fu la realizzazione del volo meccanico: un capolavoro di ricerca tecnica, nel quale la osservazione del volo animale era fusa con la progettazione e fabbricazione di modelli e con prove su vasta scala.

Lo studio delle innumerevoli macchine da lui progettate e disegnate, dal laminatoio alla scavatrice, mette in luce il dramma del suo genio. Leonardo poteva ideare quasi ogni tipo di macchina e disegnarla con incomparabile abilità, ma solo poche di queste idee, e nessuna delle più importanti, erano realizzabili in pratica, anche se si disponeva del danaro occorrente. In mancanza di una conoscenza quantitativa della statica (studio delle condizioni di equilibrio dei corpi. È parte della meccanica) e della meccanica (studio delle condizioni di equilibrio e del moto dei corpi. È parte della fisica), nonché di una fonte motrice quale la macchina a vapore, i tecnici del Rinascimento non poterono mai varcare i limiti della tradizione.

E infatti l’importanza di Leonardo non consistette tanto nella creazione di nuove macchine quanto nell’idea che é possibile spiegare i fenomeni della natura in termini di meccanica.

Leonardo da Vinci sintetizzò nella sua vita e nelle sue opere tutte 1e speranze e tutti i fallimenti del Rinascimento. Grande e coltissimo pittore, fu una delle figure più alte del periodo più rigoglioso dell’arte italiana: non si limitò a dipingere, ma si sforzò di comprendere la natura di ciò che dipingeva e della luce che l’illuminava; di qui i suoi molteplici studi di ottica (parte della fisica che studia i fenomeni di emissione, assorbimento e propagazione della luce) é anatomia (studio della forma e della struttura tanto dell’uomo che degli animali e delle piante), le ricerche sugli animali, le piante e le rocce, nonché la sua costante attenzione al movimento e alle forze”.

Leonardo da Vinci

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