LA SCULTURA DEL QUATTROCENTO

San Giorgio (1415-1418)
Donatello (1386–1466)
Statua in marmo cm 209
Museo Nazionale del Bargello, Firenze

LA SCULTURA DEL QUATTROCENTO

Dopo i Pisani, il gotico persiste rigoglioso nella decorazione, ma, agli inizi del secolo XV, gli ornamenti amplificati ed i carnosi fogliami, che fiammeggiavano senza sosta sulle cuspidi e su’ frontespizî acuti, si dimenticarono come accessori d’uno stile cui il Vasari attribuiva ingiustamente la (“ruggine della vecchiaia, la goffezza e la sproporzione”. Sulla via aperta da Giovanni Pisano i primi grandi scultori del Rinascimento camminano sicuri: conservano un’eredità che non possono disperdere, e coltivano l’arte come una scienza che rispecchia il passato e sogna l’avvenire. Lo studio dell’antico preserva dall’errore e dall’eccesso il naturalista più analitico che sintetico, il quale modella i ritratti con implacabile verità, cerca nei bassorilievi pittoreschi i riflessi della vita, e rifiuta, con l’idea innata della grandezza, la volgarità e l’inerzia, che non si debbono confondere con l’impeto eroico, con la calma e con l’abbandono. La tradizione e rinnovata dal genio individuale, e l’originalità si mantiene libera dai vizi delle scuole e dai falsi presupposti degli stili. L’accademismo gotico, vinto dagl’indizi realistici dell’Orcagna e dalla realtà dinamica di Andrea Pisano, non può nulla contro la sapiente imitazione d’alcuni temi antichi, che gli artisti creatori identificano con le regole del vero. L’aspetto plastico è quello che lusinga meglio il gusto dell’Italia quattrocentesca, ed il dominio della scultura diviene sconfinato: dalla statua monumentale al tabernacolo, dagli stipiti delle porte alle gemme.

Madonna con il Bambino e due angeli (1305-1306 circa)
Giovanni Pisano – Cappella degli Scrovegni, Padova

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