L’ARCHITETTURA DEL QUATTROCENTO

L’ ARCHITETTURA DEL QUATTROCENTO

Il ritorno allo spirito dell’architettura classica

La natura del gotico, che si opponeva alle linee orizzontali, ai tetti piani e alle nude superfici murarie, non si guadagnò i costruttori italiani, i quali, in ogni tempo, si proposero di circoscrivere con semplicità gli spazi e di proporzionare gli effetti d’insieme. L’architettura greca, quasi ignorata, non si sarebbe piegata a riduzioni ed interpretazioni utilitarie, mentre i metodi costruttivi dell’antica Roma si adattavano meglio ai bisogni moderni dei palazzi e delle chiese. Le rovine dei templi, delle terme, dei teatri e delle tombe, disegnate e misurate con precisione scientifica, aiutavano a capire Marco Vitruvio Pollione (Formia, 80 a.C. circa – dopo il 15 a.C. circa – De Architectura), e gli elementi plastici superstiti si reintegravano negli edifici moderni, eretti con lo spirito romano. Prevalse l’ufficio decorativo della colonna e della trabeazione, insieme con i pilastri, sui quali si girarono gli archi e le volte. I motivi d’abbellimento (palmette, fogliami, ovoli) si rifecero classici, e nell’esame dei ruderi si scoprirono vari particolari imitati dal vero (fiori, foglie ed animali), e ripresi con diligenza schiva di pedanteria. L’ordine corinzio, il ionico, il dorico – modificatosi in toscano – ed il composito, adoperato con singolare ricchezza, precedettero nella propria evoluzione lo stile lussureggiante dei fregi ornamentali e delle grottesche. Dei due sistemi iconografici, praticati nelle fabbriche sacre, fu più in voga quello centrale (o a croce greca), che si prestava meglio per la costruzione e per il decoro prospettico della cupola; l’altro – il longitudinale – impostò sui pilastri la volta a botte o il soffitto piano, adorno di cassettoni, sicché scomparvero nell’unità dei sostegni i fasci polistili e le crociere acute e cordonate. Il tema del palazzo quattrocentistico, dominato dalle orizzontali, deriva dal castello, quantunque l’euritmia delle dimensioni, l’ordine dei piani e l’equilibrio simmetrico delle finestre ne attenuino la massiccia solidità. Nell’interno, il classico cortile quadrangolare è cinto di graziose logge soprapposte ad archi e colonne, di gusto eccellente. Lo slancio delle forme obbedisce all’entusiasmo dell’architetto, che dal vecchio frammento o dai muri di scavo ha un’idea chiara delle proporzioni, ma che nel fresco impeto della sua giovinezza ricava la fisonomia del capolavoro ingentilito di sulla forte impronta di Roma dall’ingegno neogreco del fiorentino.


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