Santa Caterina e l’imperatore Massenzio (1428 circa)
Masolino da Panicale (1383–1440/1447)
Basilica San Clemente, Cappella di Santa Caterina, Roma
LA PITTURA DEL QUATTROCENTO
Il secolo XIV è soggiogato dall’opera di Giotto, che sembra il propugnatore dell’arte classica del Rinascimento; nei primi decenni del secolo successivo, alcuni ritardatari lavorano a Pisa, Lucca e Siena, e l’affresco continua a divulgarsi da Firenze per tutta l’Italia. L’uso dei quadri d’altare e da cavalletto, in cui si usufruisce del luminoso procedimento ad olio scoperto da Van Eyck, non diminuisce l’importanza religiosa e civile della grande arte popolare. Dal medesimo ceppo si originano le due tendenze quattrocentistiche: l’una, per mezzo di Masaccio, del Ghirlandaio e del Perugino, arriva all’ideale estetico di Raffaello, e l’altra, più oggettiva e più tentata dalla singolare indipendenza degli ingegni, per mezzo del Lippi, del Botticelli e dello spregiudicato Signorelli, arriva alle creazioni di Michelangelo. Un indirizzo naturalistico prepara il maraviglioso risveglio, ed alcuni artisti intermedi, da Gherardo Starnina a Gentile da Fabriano, spiegano la formazione di vari toscani e dello stesso Pisanello, nato nel 1395. I soggetti sono spesso subordinati all’esigenza dei problemi tecnici; i calcoli prospettici, gli studi anatomici e la ricerca del carattere imperano, ma nel crepuscolo degli idealisti Beato Angelico ritorna alle visioni celesti, e gli umbri insegnano di nuovo a colorare con toni smaglianti.
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