IO VAGABONDO – I NOMADI (Testo e video)

IO VAGABONDO

I NOMADI 
Io un giorno crescerò 
e nel cielo della vita volerò. 
Ma un bimbo che ne sa 
sempre azzurra non può essere l’età… 
 
Poi, una notte di settembre 
mi svegliai, il vento sulla pelle, 
sul mio corpo il chiarore delle stelle; 
chissà dov’era casa mia 
e quel bambino che 
giocava in un cortile… 
 
Io, vagabondo che son io, 
vagabondo che non sono altro 
soldi in tasca non ne ho, 
ma lassù mi è rimasto Dio. 
 
Sì, la strada è ancora là 
un deserto mi sembrava la città. 
Ma un bimbo che ne sa 
sempre azzurra non può essere l’età. 
 
Poi, una notte di settembre me ne andai, 
il fuoco di un camino, 
non è caldo come il sole del mattino, 
chissà dov’era casa mia 
e quel bambino che 
giocava in un cortile… 
 
Io, vagabondo che son io, 
vagabondo che non sono altro 
soldi in tasca non ne ho, 
ma lassù mi è rimasto Dio. 
 
Vagabondo che son io, 
vagabondo che non sono altro 
soldi in tasca non ne ho, 
ma lassù mi è rimasto Dio…
 
Vagabondo che son io, 
vagabondo che non sono altro 
soldi in tasca non ne ho, 
ma lassù mi è rimasto Dio…
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Io vagabondo è una canzone italiana scritta da Alberto Salerno e dal bassista Damiano Dattoli per la musica. Il gruppo I Nomadi lo eseguì per la prima volta nel 1972 nello spettacolo Un disco per l’estate.

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