IL GIURAMENTO DI PONTIDA – Giovanni Berchet

Il giuramento di Pontida in un dipinto del 1851 – Giuseppe Mazza

LE FANTASIE

IL GIURAMENTO DI PONTIDA

Giovanni Berchet intendeva il Romanticismo non certo come una pura e semplice moda letteraria. I motivi ispiratori dell’orientamento romantico – il ritorno alle origini della storia nazionale, il Medioevo con tutte le sue leggende di cavalieri, di castelli e di castellane – si fondono in lui con l’impegno patriottico e informano tutta la sua produzione poetica. Berchet adopera il linguaggio in modo tale da raggiungere, com’era nelle sue intenzioni, il pubblico più vasto possibile. Una maniera di scrivere a volte diseguale, certamente priva della eleganza che distingueva lo stile dei neoclassici, ma tuttavia immediata e suggestiva. Il linguaggio del Berchet, pur con grosse lacune, esprime efficacemente la somma delle passioni e dei pensieri che lo animano. Egli adopera, nel comporre, una tecnica, potremmo dire, “teatrale”, nel senso che i suoi versi potrebbero essere recitati, vista la loro capacità di riprodurre qui si visivamente l’episodio e l’azione narrati.

Al poemetto le “Fantasie” (articolato in una serie di scene o “visioni” nelle quali si pongono a confronto le glorie del passato con lo squallore del presente) appartiene il notissimo “Giuramento di Pontida“, ispirato al patto che a Pontida, nel 1167, unì i Comuni lombardi contro Federico Barbarossa. Ve ne proponiamo la lettura.

L’han giurato (1). Li ho visti in Pontida (2)
convenuti dal monte e dal piano.
L’han giurato e si strinser la mano
cittadini di venti città.
Oh spettacol di gioia! I Lombardi
son concordi, serrati a una Lega (3).
Lo straniero al pennon ch’ella spiega
col suo sangue la tinta darà (4).
Più sul cener dell’arso abituro (5)
la lombarda scorata non siede.
Ella è sorta (6). Una patria ella chiede
ai fratelli, al marito guerrier.
L’han giurato. Voi donne frugali,
rispettate, contente agli sposi (7),
voi che i figli non guardan dubbiosi,
voi ne’ forti spiraste il voler.
Perchè ignoti che qui non han padri (8),
qui staran come in proprio retaggio?
Una terra, un costume, un linguaggio
Dio lor anco non diede a fruir?
La sua patria a ciascun fu divisa.
È tal dono che basta per lui.
Maledetto chi usurpa l’altrui,
chi il suo dono si lascia rapir.
Sù Lombardi! Ogni vostro Comune
ha una torre, ogni torre una squilla:
suoni a stormo. Chi ha un feudo una villa
co’ suoi venga al Comun ch’ei giurò (9)
Ora il dado è gettato. Se alcuno
di dubbiezze ancora parla prudente,
se in suo cor la vittoria non sente,
in suo cuore a tradirvi pensò.
Federigo (10)? Egli è un uom come voi.
Come il vostro è di ferro il suo brando.
Questi scesi con esso predando,
come voi veston carne mortal.
– Ma son mille più mila – Che monta?
Forse madri qui tante non sono?
Forse il braccio onde ai figli fer dono,
quanto il braccio di questi non val?
Su! Nell’irto increscioso allemanno,
su, lombardi, puntate la spada:
fare vostra la vostra contrada
questa bella che il cel vi sortì.
Vaghe figlie del fervido amore,
chi nell’ora dei rischi è codardo,
più da voi non isperi uno sguardo,
senza nozze consumi i suoi dì (11).
Presto, all’armi! Chi ha un ferro l’affili;
chi un sopruso patì sel ricordi.
Via da noi questo branco d’ingordi!
Giù l’orgoglio del fulvo (12) lor sir
Libertà non fallisce ai violenti,
ma il sentier de’ perigli ell’addita (13);
ma promessa a chi ponvi la vita
non è premio d’inerte desir.
Giusti anch’ei la sventura, e sospiri
l’Allemanno (14) i paterni suoi fuochi;
ma sia invan che il ritorno egli invochi,
ma qui sconti dolor per dolor.
Questa terra ch’ei calca insolente,
questa terra ei morda caduto;
a lei volga l’estremo saluto,
e sia il lagno (15) dell’uomo che muor.

(1) è una delle scene o visioni del poemetto le “Fantasie”. Qui l’esule – cioè colui al quale queste visioni si presentano – sogna che un rappresentante dei Comuni lombardi riuniti in Pontida porti al popolo la notizia dell’avvenuto accordo, del “Giuramento”.

(2) Pontida, cittadina in provincia di Bergamo.

(3) s’intende la Lega lombarda

(4) lo straniero bagnerà il vessillo col suo sangue

(5) allude alle devastazioni compiute dai tedeschi

(6) la donna lombarda si è alzata in piedi e più non siede scoraggiata

(7) donne rispettate, fedeli ai mariti, ispiraste la volontà di combattere

(8) stranieri, appartenenti ad altra terra

(9) ogni feudatario corra al Comune che ha giurato di difendere

(10) Federico Barbarossa (1122-1190) imperatore tedesco: combatté aspramente contro i Comuni italiani

(11) trascorra la vita in solitudine, perchè nessuna donna dovrà sposare un vigliacco

(12) rosso. Federico era detto Barbarossa per il colore dei capelli e della barba

(13) la libertà non sfugge a chi la desidera, ma indica a chi la persegue la via del pericolo

(14) tedesco

(15) lamento

Federico I Barbarossa – Imperatore del Sacro Romano Impero

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