GIULIANO SANGALLO

Ritratto di Giuliano eseguito dall’amico Piero di Cosimo

GIULIANO SANGALLO

Giuliano da Sangallo (in realtà Giuliano Giamberti, Firenze 1445-1516 ) è stato un architetto e scultore italiano. Ebbe i primi rudimenti dal padre e, ventenne, cominciò gli studi dell’antico in Roma, formandone, in seguito, il prezioso libro che si conserva nella Barberiniana. Sotto Paolo II, lavorò al Palazzo di San Marco e al Palazzo Vaticano con la collaborazione di Meo del Caprino e d’altri aiuti. Dal 1479, è anno del suo ritorno a Firenze, fu adoperato nelle fortificazioni di Colle di Val d’Elsa, costruì il modello di legno per il compimento di Santa Maria dei Servi ed un altro – insieme con il fratello Antonio (1482) – per la chiesa ed il chiostro della Badia. La Villa di Poggio a Caiano risorse nel 1485, e nei sette anni successivi fu condotta a termine la Madonna delle Carceri in Prato, che inizia un nuovo periodo dell’arte. Come nella sagrestia di San Lorenzo e nella Cappella Pazzi, la cupola emisferica si leva sopra il tamburo, s’incentra nella croce greca, ed intorno al quadrato di pianta sporgono quattro corte navi. I tre prospetti si compongono di due ordini di doppi pilastri – dorici e ionici – e d’un frontespizio triangolare; le liste del marmo verde di Prato riquadrano con purezza geometrica le superfici; all’interno, il semplice organismo ed il pieno sfogo delle volte sono delineati dai pilastri e dalle cornici, mentre l’eleganza dei fregi e dei particolari decorativi tiene di nuovo dei concetti del
Brunelleschi. I lacunari ed i medaglioni con gli Evangelisti – eseguiti da Andrea della Robbia (1490
circa) – sono di terracotta invetriata, e ne risulta un insuperabile accordo di bianco e d’azzurro.

Villa Medicea di Poggio a Caiano

A Firenze, il prospetto ed il portico di Santa Maria Maddalena dei Pazzi ritorna dimessamente agli schemi primitivi della Rinascita, ma la sagrestia di Santo Spirito, a pianta ottagonale e divisa in due ordini, è un’opera brunelleschiana che fonde linee e colori in una ricerca estetica d’armonia. Anche il Palazzo Gondi, con tre portali cinti di raggiera di bugne, come le sette finestre del primo piano, ha la bozzatura digradante, e nel cortile il decoratore si scapriccia con finezza instancabile, dai capitelli ai balaustrini della scala. Nella facciata della Villa Medicea di Poggio a Caiano c’è una contaminazione del tempio greco, che giustifica più lo studioso che il gusto delle misure insito nell’architetto; ma nella sua ultima opera, la cupola della basilica di Santa Maria di Loreto, Giuliano ritorna al tipo ottagono di Santa Maria del Fiore.

Giuliano da Sangallo – Madonna del Carmine (spaccato) – Prato

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