L’AMORE È PIÙ FREDDO DELLA MORTE – Rainer Werner Fassbinder

L’AMORE È PIÙ FREDDO DELLA MORTE

Titolo originale –  Liebe ist kälter als der Tod
Genere _ Drammatico, noir
Regia – Rainer Werner Fassbinder
Soggetto – Rainer Werner Fassbinder
Sceneggiatura – Rainer Werner Fassbinder
Produttore – Rainer Werner Fassbinder
Fotografia – Dietrich Lohmann
Montaggio Rainer Werner Fassbinder (accreditato con lo pseudonimo di Franz Walsch)
Musiche – Peer Raben, Holger Münzer
Scenografia – Rainer Werner Fassbinder
Paese di produzione – Germania Ovest
Anno1969
Durata 88 minuti
Dati tecnici Bianco/Nero

Interpreti e personaggi
Rainer Werner Fassbinder: Franz
Ulli Lommel: Bruno
Hanna Schygulla: Joanna
Katrin Schaake: donna sul treno
Hans Hirshmullerl: Peter
Ingrid Caven: prostituta
Gisela Otto: prostituta

L’amore è più freddo della morte, dedicato a Chabrol, Rohmer e Straub, è il primo lungometraggio di Fassbinder.

Fonte video: YouTube – ARTHAUS

Franz, un piccolo ruffiano, vuole entrare in un grosso racket. È sottoposto a una specie di esame dall’organizzazione, che lo accetterebbe se egli non fosse un individualista e, volesse tenersi tutto quello che guadagna. Rifiuta di obbedire. L’organizzazione apparentemente cede, ma gli mette alle calcagna Bruno, con il quale Franz stabilisce un’amicizia chiaramente venata da un’attrazione omosessuale. Franz vive con Johanna, che gli è completamente sottomessa. Franz, per afferro nei confronti di Bruno, vuole che Johanna vada a letto con lui e lo invita a restare nella loro casa. Mentre Bruno compie una serie di delitti per i quali la polizia sospetta Franz, Johanna diventa il punto focale nella relazione fra i due. Incapace di dividere Franz con chiunque, sceglie piuttosto di restare sola. Quando i due compari progettano un colpo in banca, informa la polizia. Nel frattempo Bruno ha fatto si che un killer dell’organizzazione spari a Johanna durante la rapina. In una sparatoria finale Bruno rimane ucciso mentre Franz e Johanna riescono a fuggire.

Primo di una lunga serie di film strutturati sulla situazione di base di un triangolo fra due uomini e una donna, L’amore è più freddo della morte richiama chiaramente gli schemi di un film hollywoodiano filtrato attraverso la Nouvelle Vague. Non solo per il gusto della citazione e per una serie di artifici narrativi, ma per la fondamentale funzione straniante su cui Fassbinder registra la messa in scena. Il taglio delle inquadrature è evidentemente godardiano, con l’insistente utilizzo di carrellate orizzontali “a pendolo”, un espediente che il regista sfrutterà spesso in questo periodo. Del tutto personale è invece la volontà di rappresentare il rapporto di padrone e vittima che si stabilisce inevitabilmente fra gli uomini, in un viluppo inestricabile di sentimento e potere. Johanna, nonostante (o, forse, proprio perché) faccia la prostituta, ha un malinconico orizzonte mentale da ceto medio.
Ama Franz perché è un uomo e la può proteggere, perché la mette in regola nei confronti della società: per rimanergli fedele e salvare la sua relazione borghese con lui ne diventa paradossalmente la puttana. Ma Franz, padrone di Johanna e individualista per natura, assolutamente incapace di riflettere su quello che fa, non si rende conto che la sua capricciosa simpatia per Bruno lo invischia in un meccanismo di cui è solo una rotella.

Da parte sua Bruno, nonostante sembri reggere le fila del gioco, è in realtà stritolato dalle contraddizioni del rapporto tra Franz e Johanna; e può andare avanti solo perché è uno schiavo pure lui, un burattino che ha delegato al racket ogni decisione. La realtà è che i tre non hanno né il fascino del gangster americano, né la brillantezza del Pierrot-le-fou godardiano: non sono né ribelli né outsider, ma miseri, meschini esseri umani senza alcuna oggettiva o soggettiva possibilità di cambiamento. “L’amore è più freddo della morte” perché l’effetto e il bisogno dell’altro, costretti nello schema dei rapporti sociali borghesi, si trasformano in una gelida disperazione senza orizzonti, che lascia soltanto il tempo di reagire senza dare una ragione a quello che si sta facendo.

Lo squallore della vita interiore dei protagonisti è pari solo a quello dell’ambiente in cui vivono: locali poveri e asettici, con la ossessiva presenza di flipper, juke-box e di macchine di ogni genere, resi ancora più insopportabili dal bianco accecante della fotografia e dalle infinite carrellate per strade e supermercati.

VEDI ANCHE . . .

RAINER WERNER FASSBINDER – Vita e opere

L’AMORE È PIÙ FREDDO DELLA MORTE – Rainer Werner Fassbinder

DEI DELLA PESTE – Rainer Werner Fassbinder

IL SOLDATO AMERICANO – Rainer Werner Fassbinder

WHITY – Rainer Werner Fassbinder

LILI MARLEEN –Rainer Werner Fassbinder

.