MORTE DI SAFFIRA – Nicolas Poussin

MORTE DI SAFFIRA (1655 circa)
Nicolas Poussin (1594-1665)
Museo del Louvre a Parigi
Tavola cm. 122 x 199 
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Su un fondale architettonico classicheggiante, con palazzi e gradinate di grande effetto, la scena si sviluppa in primo piano. 
A destra San Pietro con la veste blu e il manto ocra, accompagnato da due apostoli, fa morire con un gesto la moglie di Anania, Saffira, a terra, le cui carni ceree sono accentuate dall’abito rosso vermiglio. 

Accorre in suo aiuto una donna, mentre un uomo di dietro la prende per un braccio, pronto ad obbedire al comando di San Pietro di condurla presso il sepolcro dove già è stato tumulato il marito. 
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Poussin raffigura il tema sacro come se fosse la rappresentazione di una tragedia greca, così come suggeriscono i costumi anticheggianti dei personaggi e l’enfasi della loro gestualità. 
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La scena narra la storia di Saffira e di Anania, tratta dagli “Atti degli apostoli”. 
I fedeli che formarono la prima Chiesa attorno a Pietro obbligatoriamente dovevano avere tutto in comune e i loro guadagni divisi in parti uguali fra la comunità. 
Ma Anania, d’accordo con la moglie Saffira, consegnò a Pietro solo una parte della somma ricavata dalla vendita di un possedimento. 
Accortosi di ciò l’apostolo fece morire entrambi. 
Il fondale della scena presenta la costruzione di una veduta urbana, costruita con grande precisione prospettica. 
All’interno di essa, in secondo piano, s’intravede un episodio di carità. 
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Il rapporto stretto fra personaggi e architetture, il tono amplificato e teatrale, derivano in parte da un consapevole confronto che Poussin stabilisce con i cartoni commissionati a Raffaello da Leone X nel 1514 per gli arazzi destinati alla cappella Sistina, rappresentanti gli “Atti degli apostoli”, fra cui la “Morte di Anania”, databile intorno al 1655…, la “Morte di Saffira” è generalmente considerato uno dei capolavori di Poussin. 
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Venduto dal mercante e pittore Hérault, il quadro fu acquistato da Luigi XIV nel 1685. 
Dai documenti d’archivio è emerso che il quadro è stato restaurato nel 1792. 
È segnalata un’incisione di Jean Pesne, forse eseguita poco prima che fosse nella collezione di Jean Froment. 
Il quadro è stato esposto in occasione delle mostre dedicate a Poussin: quella del 1960 svoltasi al Louvre, quella del 1977-1978 a Roma (Villa Medici) e all’esposizione del 1985 sul Classicisme Français a Berlino (poi trasferita a Budapest e a Parigi).
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AUTORITRATTO di Nicolas Poussin