LA PESTE DI AZOTH – Nicolas Poussin

LA PESTE DI AZOTH (1631 circa) 
Nicolas Poussin (1594 – 1665) 
Pittore francese 
Museo del Louvre a Parigi 
Tela cm. 148 x 198 
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La peste di Azoth (detta anche “I Palestinesi colpiti dalla peste”) è opera di un periodo particolarmente positivo dell’artista.

Egli riprende a dipingere dopo una lunga convalescenza ed il suo solo problema è quello di rifiutare le commissioni, che gli giungono numerose, tanto è grande la sua fama.
Il dipinto riproduce fedelmente un episodio dell’Antico Testamento (Samuele 5, 1-6)…, sulla sinistra è raffigurata l’Arca dell’Alleanza fra le colonne del Tempio di Dagon, accanto ad essa, sparse al suolo, sono le rovine della statua della divinità, tutt’intorno vi è il macabro spettacolo dei corpi senza vita degli appestati.
La decorazione architettonica, che dà profondità alla scena, è tratta da un’incisione del veneziano Sebastiano Serlio.
Il gusto per le rappresentazioni storiche è molto pronunciato in Poussin, egli è solito inserire nei suoi lavori (come anche in questo caso) dei particolari archeologici, che vengono resi con dovizia di dettagli.
Gli artisti seicenteschi, tuttavia, muovevano la loro ricerca soprattutto verso l’analisi dell’interiorità umana e anche Poussin elabora un linguaggio pittorico prossimo all’impeto drammatico e, attraverso i suoi personaggi spesso coinvolti in situazioni dolorose, raffigura la molteplicità delle passioni umane.
Ciò deriva anche da una rigorosa poetica che esige dall’artista uria partecipazione quasi fisica alla creazione dell’opera.
Non è un caso se, qualche anno più tardi (1646), egli rifiutò di dipingere l’episodio di Cristo che porta la croce, e così scriveva a questo proposito…
“Non ho sufficiente serenità né salute per dedicarmi ad un soggetto così triste. La Crocifissione mi ha fatto ammalare […] ma raffigurare la Via Crucis finirà per uccidermi”.
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In rapporto ad opere precedenti, come “La strage degli innocenti” o “Il martirio di Sant’Erasmo”, dove il pittore utilizza una gamma di colori intensi, questa “Peste di Azoth” presenta toni più scuri e volutamente meno accesi.
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Dopo una serie di passaggi di proprietà, l’opera fu acquistata dal duca de Richelieu, e successivamente fu da questi venduta a Luigi XIV nel 1665.
Il soggetto biblico non comune è tratto dall’Antico Testamento ed è possibile che sia stato suggerito all’artista dalla tragica epidemia di peste che devastò Milano e la Lombardia nel 1630.

POUSSIN TRA IL 1629 E IL 1630 

Non appena arrivato a Roma, Poussin si dedicò a conquistare anche nella capitale italiana la fama che aveva a Parigi, riuscendo ben presto a farsi apprezzare da collezionisti e mecenati.
Nel 1628 il Vaticano gli commissionò “Il martirio di Sant’Erasmo” (ancora oggi conservato nella basilica di San Pietro).
Intorno al 1630 la vita dell’artista si modificò radicalmente…, il 9 agosto 1633 egli sposò Anne-Marie Dughette, figlia del cuoco Jacques, di modesta estrazione sociale, a dimostrazione della sua rinuncia a qualsiasi ambizione sociale, e decise di stabilirsi definitivamente a Roma.
I dipinti di dimensioni più ridotte vennero sostituiti da grandi tele, produzioni di studio destinate ad amatori.
Poussin attraversò poi un periodo di crisi dovuto ad una lunga e grave malattia, che lo portò a scrivere all’ amico Cassiano del Pozzo…
“Ti supplico con tutte le mie forze di aiutarmi in qualche modo, ne ho veramente bisogno, sono malato e non ho nient’altro che il lavoro delle mie mani per vivere”.
Superata questa difficile situazione, la sua produzione pittorica si caratterizzò per l’adozione di un linguaggio sempre più marcato di austero classicismo.
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AUTORITRATTO di Nicolas Poussin