LA SIGNORA BOERE IN COSTUME DI CARNEVALE – Jean-Étienne Liotard

LA SIGNORA BOERE IN COSTUME DI CARNEVALE (1746)
Jean-Étienne Liotard (1702–1789)
Olio su tela cm 61 x 48
RIJKSMUSEUM, AMSTERDAM

Nessun elemento particolare denota l’ambiente aiutando a definire il grado sociale ed umano della donna effigiata. Lo sfondo è costituito da un’omogenea distesa beige, quasi si trattasse di una parete ben intonacata.
La signora ci guarda e i suoi occhi trasmettono un’espressione che tradisce il suo “essere in posa”, insomma la sua mancanza di ingenuità e naturalezza. Il pittore, come un moderno fotografo, ha sistemato il suo modello curando ogni dettaglio del suo aspetto, sia espressivo che di abbigliamento. Seguendo una moda allora molto diffusa, la signora porta capelli corti e incipriati sopra i quali ha posto di traverso un cappellino nero dalla foggia ricercata ma sobria.
Probabilmente dal cappello stesso, ma non visibile in quanto sul retro, parte un lungo e sottile velo nero che ruota tutto intorno alla nuca e alla gola della donna formando come una sciarpa che poi si appoggia sulla sua spalla sinistra e scende sul davanti fin sopra il grembo. Ricamato con disegni a motivi fogliacei e vegetali, il velo dà la sensazione di una mantellina che copre le spalle della donna cadendole con larghe e morbide pieghe fin quasi ai fianchi e creando un vistoso contrasto con l’ampio abito di raso bianco sottostante fra i cui lembi aperti si vede la veste di seta azzurra. Con questi pochi dettagli, ai quali va aggiunto soltanto il ventaglio che la donna tiene in mano, il pittore ha saputo trasmettere il carattere morale di una signora che appare elegante e discreta, e forse anche un po’ enigmatica e misteriosa, pur indossando un costume da carnevale, anch’esso assai sobrio rispetto a quelli certamente più appariscenti e vistosi che avrebbe potuto scegliere.

Il quadro è il pendant del Ritratto del Signor Boere anch’esso conservato nel Museo di Amsterdam e realizzato da Liotard nello stesso anno. Entrambe le opere recano infatti sul retro della tela un cartellino, scritto dal figlio dell’artista, che riporta alcune notizie riguardanti i due ritratti. Nel verso di quello della signora Boere la targhetta dice: “Madame Boere épouse de négociant de Gènes décédée à Genève, peint par Liotard en 1746”.
Rimasto nella collezione dell’artista, il quadro passò in eredità al nipote Jean Étienne e, successivamente, a M.lle M. A. Liotard di Amsterdam che nel 1879 lo donò al Museo della propria città.

Un giudizio severo su Liotard

La grande fortuna di Liotard come pittore di ritratti e come autore di pastelli, una tecnica che era stata introdotta in Europa da Rosalba Carriera (a Parigi nel 1721 e a Vienna nel 1730), dovette tradursi in una fama che gli procurò una grande facilità di guadagni e, per quanto si può dedurre dalla testimonianza qui di seguito, una certa esosità nella richiesta dei compensi: “Sono stato per il mio ritratto – scrive infatti un tale A. Hervey nelle sue Mémoires del 1750 – da Liotard, un famoso pittore ginevrino che è stato a lungo in Turchia e che, per il fatto che porta il loro costume e ha una lunga barba, è molto di moda come artista. Ma benché colga molto bene la somiglianza, da parte mia non lo considero un pittore. Ciò non toglie che i suoi prezzi siano alti, e che a volte riesce molto bene. Ho pagato sedici luigi per un ritrattino che mi ha fatto”.

M. Boere, negociant à Gênes, né et décédé à Genève, peint par J.E. Liotard en 1746

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