TRITTICO DEL GIARDINO DELLE DELIZIE – Hieronymus Bosch

TRITTICO DEL GIARDINO DELLE DELIZIE (1510 circa)
Hieronymus Bosch (1450 circa – 1516)
Olio su tavola cm 220 x 389
Museo del Prado, Madrid

 

Il trittico, denominato Giardino delle delizie, è uno dei più celebri capolavori di Bosch ed è stato oggetto di innumerevoli studi, dai più eruditi ai più superficiali. Secondo l’opinione di alcuni critici, quali ad esempio José de Sigüenza, l’opera è deliberatamente moralista: i peccati e la follia umana conducono alla morte trai tormenti dell’inferno; per altri Bosch avrebbe raffigurato il sogno dell’umanità che aspira a realizzare le passioni amorose racchiuse nell’inconscio (Tolnay); per altri ancora l’artista ha qui rappresentato l’umanità poco prima del diluvio universale (Gombrich). Le interpretazioni sono tanto numerose quanto varie. In effetti è estremamente difficile spiegare in maniera certa questa meravigliosa abbondanza di esseri ibridi e di vegetali reali o visionari, queste scene in cui l’immaginazione rasenta il fantastico e in cui la satira scivola verso il demoniaco. Il trittico, chiuso, offre una visione delle origini del mondo: dal1”acqua emergono le prime forme minerali o vegetali; in alto a destra il Dio Padre procede alla creazione. Aperto, sul pannello di sinistra è rappresentata la creazione di Eva che coincide con l’apparizione del male e più precisamente con il peccato della carne di cui il pannello centrale sembra essere la raffigurazione parossistica: una moltitudine di uomini e donne gustano i frutti proibiti, dai quali avrà origine la loro dannazione, rappresentata nell’inferno musicale del pannello di destra. Qui gli strumenti musicali si trasformano in strumenti di tortura; alla sommità una città è annientata da un diluvio di fuoco mentre bande armate massacrano tutti al loro passaggio. Nello sfondo di questa tematica religiosa si riflette la critica di Bosch alla società del tempo.

Pannello di sinistra: Il Giardino dell’Eden

Pannello centrale: Il Giardino delle Delizie

Pannello di destra: L’inferno

Questo trittico appartenne al figlio naturale del duca di Alba, don Fernando, priore dell’ordine di San Giovanni; alla sua morte fu venduto all’asta ed entrò nel Monastero dell’Escorial nel 1593, dove rimase fino al termine della guerra civile. Nel 1940 venne trasferito al Prado. La datazione del dipinto è piuttosto controversa ed oscilla intorno al 1510 per la vicinanza stilistica con il trittico dell’Epifania (Prado), riscontrabile in un raffinamento tonale e in un certo ritorno allo stile tardogotico.

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