LA TENTAZIONE DI SANT’ANTONIO – Hieronymus Bosch

LA TENTAZIONE DI SANT’ANTONIO (1505-1506)
Hieronymus Bosch (1450-1516)
Museo Nazionale d’Arte Antica
Olio su tavola cm 131,5 x 53

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Il Trittico delle Tentazioni è tra le opere più esplicative della cultura figurativa tardo gotica del noto pittore fiammingo Bosch. Come in molti dei suoi dipinti lo stile è quello concitato delle numerose figure che compongono il quadro e delle notazioni cromatiche realizzate con forti contrasti chiaroscurali e di colori, secondo una interpretazione del tutto visionaria e fantastica. Il tema qui raffigurato si riferisce alle tentazioni di Sant’Antonio presentate sotto forma di tante singole scenette ognuna delle quali ha un carattere indipendente.

Nel pannello centrale una costruzione a piani rialzati che termina con un rudere costituisce il focus della scena in cui appare la figura del Santo ricurva e in ginocchiata. Accanto è una tavola imbandita che il Santo non guarda ma anzi rinnega volgendosi dall’altra parte e, benedicendo, sembra alludere al Crocifisso raffigurato dentro al rudere. Tutto intorno molteplici sono le tentazioni che si offrono a Sant`Antonio come un incubo notturno: figure mostruose e infernali e animali feroci compongono la pittura nei primi piani mentre un incendio rischiara lo sfondo.

Nel pannello sinistro in primo piano il protagonista è sostenuto dai confratelli dopo essere stato lasciato cadere dai demoni che lo hanno trasportato in volo, come si vede nel cielo soprastante.

L’altro scomparto raffigura la mediazione del Santo che nonostante il suo voluto ritiro spirituale è ancora circondato dalle tentazioni: una tavola apparecchiata è sostenuta da figure demoniache.

Le pitture continuano anche nel retro degli scomparti laterali con temi più strettamente religiosi. Realizzate in grisaille sono inserite entro una cornice a sesto acuto e su uno sfondo scuro, la cui originarietà è incerta.

Il Trittico è firmato nella parte centrale. La datazione proposta dagli studiosi oscilla tra il 1505 e il 1506, di poco posteriore al Trittico delle delizie.
Forse appartenuto intorno al 1525 a Damiao de Gós, umanista portoghese, il complesso pittorico era nelle mani di Ferdinando II verso la metà dell’Ottocento. Passato in seguito al re Manuel fu donato da questi al Museo di Arte Antica di Lisbona.
Del dipinto esistono circa quindici repliche sia in forma parziale che integrale.

 

Fonti e significato

Il tema delle tentazioni di Sant’Antonio si basa sul racconto di Sant’Atanasio e sulla Leggenda Aurea. Dietro al racconto delle tentazioni è la chiara allusione al contrasto tra bene e male, tra la presenza del demone sulla terra e la lotta dell’anima per resistergli, conflittualità che più affliggeva 1°uomo alla fine del Medioevo.

Al di là dell’interpretazione magica, grottesca e fantastica, abbiamo modo di credere che il pittore fiammingo, per la realizzazione di certe figure e di certi animali fantastici, si attenesse ai vari repertori di cui disponeva: dai bestiari delle cattedrali ai codici miniati, dai testi di alchimia alle illustrazioni astrologiche.

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Ritratto di Hieronymus Bosch (1550 circa)
Jacques Le Boucq (1520–1573)
Bibliothèque Municipale, Arras
Carboncino e matita rossa su carta cm 41 x 28

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