VESPASIANO GONZAGA – SABBIONETA

Ritratto di Vespasiano I Gonzaga (1531–1591)
Bernardino Campi (1520–1591)
Olio su tavola cm 60 x 51
Collezione privata

Vespasiano I Gonzaga, duca di Sabbioneta (6 dicembre 1531 – 26 febbraio 1591) è stato un nobile, diplomatico, scrittore, ingegnere militare e condottiero italiano. È ricordato come mecenate e fondatore di Sabbioneta, cittadina lombarda progettata secondo i principi rinascimentali della “città ideale”.

Chi conosce e ammira le bellezze artistiche e architettoniche di Sabbioneta, la splendida cittadina tra Mantova e Parma definita una “Piccola Atene”, stenta a credere che a idearla, a volerla e a farla costruire sia stato un “personaggio cosi cupo, sul quale pendono ombre così sinistre. Un giallo del Cinquecento.
Il personaggio è il signorotto, padrone assoluto, di Sabbioneta a quel tempo, il duca Vespasiano Gonzaga. Sabbioneta era la sua città-corte. Figlio di Rodomonte, che sapeva di latino e di greco e poetava ma era anche capace di spaccare in due un uomo con un fendente, e di Isabella Colonna, quando suo padre morì, per un colpo d’archibugio in guerra, Vespasiano venne cresciuto dalla zia Giulia Gonzaga, una delle più belle donne del suo tempo. Crebbe nel culto delle memorie familiari e delle gesta paterne.
Vespasiano fu insieme un principe umanista, un governante, un mecenate, un condottiero e un guerriero. Di carattere era bizzoso, facile a terrificanti accessi di rabbia così come a gesti di grande generosità. Andò marito a una nobildonna siciliana conosciuta a Milano, in casa del potente Gonzaga allora, governatore della città: Diana Cardona. Essendoci voluti tre mesi per ottenere (com’era d’uso) il consenso dell’imperatore, quando il matrimonio venne celebrato Diana Cardona era già incinta. Poi il duca restò lontano da lei, o perché in viaggio o perché in guerra, per lungo tempo. Quando tornò a casa, dopo un’assen za di 14 mesi, trovò Diana Cardona nuovamente incinta.
Vespasiano fece finta di nulla, condusse la solita vita tra cacce e banchetti, finchè una notizia sconvolse Sabbioneta: la duchessa era morta repentinamente.
Colpo apoplettico, la versione ufficiale. Contemporaneamente scomparve da Sabbioneta anche Giovanni Annibale Ranieri, gentiluomo di corte, che  secondo le voci in circolazione, sarebbe stato l’amante della duchessa.

La documentazione storica precisa come andarono i fatti.
Vespasiano aveva ricevuto delle lettere anonime ed aveva covato la sua vendetta. Mentre aspettava, a palazzo, di essere introdotto dal principe, Ranieri venne “preso e scannato”. Diana Cardona venne portata nella stanza dove giaceva il cadavere e un uomo mascherato le porse un’ampolla con veleno perché, bevendo, cancellasse “la sozzura”. Diana invano si mise a gridare chiedendo pietà almeno per la creatura che portava in grembo. Fu obbligata a restare per tre giorni nella stanza con il cadavere dell’amante e, alla fine dei tre giorni, sfinita dal digiuno e dal lezzo del cadavere, si decise a bere.
Mori tra spasmi atroci.

Da quel momento, forse perchè gli rimordeva la coscienza, Vespasiano cominciò da una parte a fare elemosine e dall’altra a far erigere la Sabbioneta che oggi possiamo ancora godere: mura, palazzi, strade, chiese cominciarono a sorgere a ritmo frenetico, anche quando il duca era assente.

Il duca, a 33 anni, decise di risposarsi. Stavolta si prese una moglie spagnola, Anna di Segorbia. Giunta a Sabbioneta che era già incinta, Anna mise al mondo due gemelle, una sola delle quali sopravvisse, proprio mentre il padre era gravemente malato, e persino in punto di morte. Il duca si riprese e la vita familiare a palazzo pareva destinata a un periodo di serenità, quando improvvisamente Anna Di Segorbia scomparve dalla scena, chiusa in abito di penitente nella dependence di Rivarolo. La dicono in lacrime e in preda a un complesso di colpa. Il duca stesso, preso da una crisi mistica, si ritira in un convento. La vera spiegazione di tutto arriva qualche anno dopo allorché, mentre Vespasiano è in Spagna ad innalzare fortificazioni, dietro suo ordine viene imprigionato Raniero Ranieri, segretario di corte e figlio, non a caso, di quel Giovanni Annibale che era stato amante di Diana Cardona. Raniero fa la stessa fine del padre: lo trovano in carcere con la gola tagliata. Suicidio, è la versione ufficiale cui nessuno crede. Di fatto, una vendetta postuma: il Ranieri pare si vantasse in pubblico di essere stato “non una volta” a letto con la moglie del principe.

La storia non è completa senza un altro spaventoso dettaglio.
Una mattina il duca, lungo la strada principale di Sabbioneta, s’incontra col figlio Luigi, che ha 15 anni (è il figlio di Anna Cardona) ed è l’erede. Luigi passa a cavallo con alcuni giovanissimi amici, Il padre lo saluta e il figlio, distratto non gli risponde. Il duca esplode in una crisi di rabbia delle sue, intima al figlio di scendere da cavallo e poi lo colpisce con un violentissimo calcio al ventre. Il principino crolla, non si riprenderà più: nonostante il padre, dandosi pugni in testa per quel che ha fatto, faccia intervenire i medici migliori, Luigi muore per lesioni interne dopo tre giorni di agonia. Crisi angosciosa del padre: emicranie, febbri, depressione. digiuni, notti agitate dai fantasmi. E una nuova crisi mistica: Vespasiano disegna la chiesa dell’Incoronata, che diverrà il mausoleo funebre, fonda l’ospedale e dispensa oboli.

Vespasiano Gonzaga morì a 59 anni. La salma fu imbalsamata e tumulata nel sarcofago dominato dalla statua di Vespasiano, in atteggiamento da imperatore romano, dentro la chiesa dell’Incoronata.

Ritratto di Vespasiano I Gonzaga (1531–1591)
Bernardino Campi (1520–1591)
Olio su tavola cm 117 x 91,5
Pinacoteca Civica di Como

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