L’ESPRESSIONISMO TEDESCO

La peccatrice (1926)
Emil Nolde (1867–1956),
Olio su tela cm 86 × 106
Staatliche Museen, Berlino

TRE MOMENTI DELL’ESPRESSIONISMO

DA NOLDE A GROSZ A KANDINSKI

L’espressionismo tedesco – Intorno a questo movimento che non agì soltanto nel campo delle arti figurative, ma che fu letterario, musicale e critico, l’interesse è sempre stato vivo. Ed infatti l’espressionismo, nei suoi vari aspetti, è veramente degno di studio perchè rivela con molta evidenza alcuni lati spirituali della nostra epoca nelle loro manifestazioni più acute.

Il termine espressionismo è un termine contrapposto a impressionismo e con esso, appunto, gli artisti intendevano sottolineare la necessità di un’arte non più fatta di impressioni, di sensazioni ricevute dall’esterno, naturalistiche, bensì di un’arte che esprimesse l’interno dell’uomo, ciò che in lui vi è di più profondo.

Le radici o le cause dell’espressionismo, che è si fenomeno principalmente germanico, ma anche europeo nel senso più largo della parola, vanno ricercate nel generale senso di sfiducia che colse, particolarmente negli anni precedenti la prima grande guerra mondiale, larghi strati degli intellettuali borghesi. Era una sfiducia generata dal crollo delle illusioni e dei miti del progresso così caldamente predicato dai difensori dell’ordine, dai custodi della dignità e moralità dell’uomo. Il fatto è che questi intellettuali, non volendo seguire la propria classe nel suo processo di involuzione e di tradimento dei grandi ideali del suo passato rivoluzionario, si ponevano su di un piano di rivolta e di protesta contro l’ipocrisia, la morale, le istituzioni borghesi. Era il loro modo di reagire, un modo confuso e anarcoide, individualistico, ma tuttavia, in parecchi casi, carico di un vero dramma umano.
L’éspressionismo tedesco si può, grosso modo, distinguere in tre momenti anche se non cronologicamente successivi: il primo dominato dal gruppo cosiddetto del Ponte ; il secondo legato ad una polemica a sfondo sociale; il terzo capitanato da KANDISKY, santone dell’atrattismo.

Del gruppo del Ponte, sorto nel 1905, facevano parte KIRCHNER, HECKEL, SCHMIDT, ROTTLUFF, OTTO MÜLLER, NOLDE. La base ideologica che teneva insieme questi artisti era assai vaga, si può dire che si trattasse unicamente di una insofferenza comune per ogni freno, di una sfiducia nella ragione, di un abbandono ai moti improvvisi dell’ispirazione. Niente di più, se non un bisogno di liberarsi dalle contaminazioni di una civiltà corrotta e corruttrice. Per questo alcuni artisti del Ponte fuggirono anche dalla Germania per andare tra i selvaggi delle isole dei Mari del Sud, ne imitarono i feticci, cercarono di assimilare idee e sentimenti primitivi. È evidente però che la sfrenatezza dell’ispirazione non era fatta per dare al quadro consistenza formale. In tal modo gli espressionisti del Ponte e tutti gli altri legati ad una analoga esperienza, davano ai loro quadri una forma provvisoria, casuale, approssimativa. In realtà distruggevano la forma sino a giungere alle macchie acide e crude. caotiche, delle tele di Nolde.

Un espressionista tra i più importanti, che si può in qualche modo riportare a questa esperienza, è Oskar Kokoschka.

I pagani – Oskar Kokoschka

La guerra del 1914 – però, coi suoi orrori e le sue stragi, con la sconfitta poi della Germania, aveva costretto alla meditazione più di un artista. Così la rivolta degli espressionisti, almeno di alcuni di essi, si fece più precisa, diventò un’accusa e una denuncia contro la borghesia dell’epoca guglielmina. Tra questi artisti ricorderemo soprattutto OTTO DIX, MAX BECKMANN, GEORGE GROSZ. Gli avvenimenti che portarono in seguito alla rivoluzione del novembre 1918, avvicinò questi artisti ai movimenti popolari, anche se una vera unione con essi intimamente non si realizzò mai.

Sono noti, ad esempio, i disegni di Grosz contro il militarismo prussiano, contro la grassa, gretta e insensibile borghesia berlinese, contro lo hitlerismo in formazione, in favore del proletariato. Sono disegni aggressivi, molti dei quali colpivano con estrema efficacia il bersaglio, provocando l’indignazione dei benpensanti, e procurando a Grosz persecuzioni e processi.

PAESAGGIO CON TORRE (1908)
Vasilij Kandinskij (1866–1944) 
Museo Nazionale D’Arte Moderna, Parigi
Cartone cm 75 x 98,5

Il terzo momento è quello del Cavaliere azzurro, il gruppo fondato nel 1912 da Kandinsky. Di questo gruppo facevano parte FRANZ MARC, FEININGER, CAMPENDONCK, PAUL KLEE. Kandinsky nel suo libro sulla Spiritualità dell‘arte, uscito nello stesso anno della fondazione del gruppo, gettava le basi “teoriche” dell’astrattimno. Per lui l‘unica realtà esistente era la realtà interiore. Negava cioè l’esistenza del mondo, dei valori oggettivi, fuori dell’uorno, ribadendo l‘impossibilità di aderire alla società del suo tempo: per lui non serviva più nemmeno la fuga nelle isole felici dei Mari dei Sud. Egli cercava invece la pace interiore dello spirito, dove il tumulto del mondo non giunge. Una specie di Tebaide figurativa è dunque l’astrattismo di Kandinsky: estrarre dalla realtà obbiettiva, elemento di distrazione dalla pura meditazione, e nutrirsi soltanto di segni, di ritmi, di colori non avviliti dalla rappresentazione del mondo esteriore.
Naturalmente, in questa posizione, veniva a svuotarsi ogni protesta, ogni rivolta: l’espressionismo perdeva ogni energia e si avviava a diventare fredda ripetizione di formule.
Oggi la corrente espressionistica, nei suoi epigoni, non ha più alcun vigore, ha finito per diventare accademia, sfogo cromatico, ecc. Tuttavia il fenomeno dell’espressionismo, è senz’altro degno di attenzione perchè da esso discendono gran parte delle tendenze contemporanee. La rivolta degli espressionisti fu una rivolta solitaria: perchè potesse trasformarsi in rivoluzione era necessario agli espressionisti l’innesto vero in una forza storica nuova: le forze popolari. Questo innesto mancò. Di qui il limite e la sfortuna della loro protesta.

Elementi caricaturali, gusto per il grottesco e per il macabro, spontaneità e immediatezza di esecuzione caratterizzano le opere espressioniste. In Nolde, in particolare, ma anche in Kirchner e Kubin tutto ciò è spinto all’estremo: con un’inclinazione assai forte, per quanto riguarda Nolde, verso forme di romanticismo mistico teutonico-medioevale. L’espressionismo, nella sua complessità, ha avuto anche un momento di critica feroce e diretta contro la società borghese: critica di costume e critica politica; George Grosz, ultimamente di idee mutate, fu allora l’esponente più avanzato di questa tendenza. Kandinsky e seguaci, invece, preferirono “astrarsi” da tutto e vivere nel loro “regno interiore”.

REMEMBER UNCLE AUGUST, THE UNHAPPY INVENTOR
George Grosz (Vedi scheda)

IL MAESTRO NORVEGESE

Edward Munch, pittore norvegese nato nel 1863 e morto nel 1944, può considerarsi il padre diretto dell’espressionismo tedesco. Munch era intriso di idee ibseniane, era amico intimo del commediografo Strindberg e frequentava i circoli intellettuali di Oslo, dove la critica all’ipocrisia del costume borghese  era spregiudicata e spietata.
Le 55 tele che egli inviò a Berlino nel 1892 segnarono una data decisiva per la nascita dell’espressionismb tedesco. Munch, almeno fino alla prima guerra mondiale, e soprattutto dal 1892 al 1895, si può dire che abbia in gran parte esaurito da solo tutti i motivi dell’esasperazione espressionista. Una folla di spettri popola quelle sue lontane tele piene di inquietudine e di esaltazione: spettrale e falsa, infatti egli vedeva la società con gli uomini che intorno a lui si agitavano.

L’URLO (vedi scheda)
Edvard Munch (1863-1944)

VEDI ANCHE . . .

PAESAGGIO CON TORRE – Vasilij Kandinskij

IMPROVVISAZIONE n. 26 – Vasilij Kandinskij

EDVARD MUNCH – Vita e opere

L’URLO – Edvard Munch

LE NUTRICI DAVANTI ALLA CORTE DI GIUSTIZIA – Edvard Munch

Immagine di copertina: Composizione VIII – Kandinskij

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