CURARSI CON LA CAROTA SELVATICA

.    

LA CAROTA SELVATICA

Per tanto tempo ci siamo illusi che la carota coltivata fosse una discendente di quella selvatica, la più diffusa nei nostri prati, il Daucus carota. Non è vero: i più smaliziati ibridatori non sono mai riusciti a ottenere dalla radice acre, legnosa e maleodorante della carota selvatica un legume minimamente commestibile.

Comunque, la carota selvatica ci offre delle virtù medicinali, ma attenti a non fare confusione: la tremenda cicuta maculata, l’avvelenatrice di Socrate, le somiglia moltissimo.
Dovremo essere cauti nella raccolta, ma non è difficile: basta un po’ di attenzione. La cicuta acquatica – talvolta galleggiante – crea meno problemi perché non cresce nello stesso ambiente della carota selvatica che predilige terreni meno umidi. Ma è dalla grande cicuta maculata, altrettanto pericolosa, che dovremo guardarci; questa infatti è assai diffusa e, come la carota selvatica, cresce nei prati asciutti, nei terreni abbandonati e sul ciglio delle strade.
Una prima distinzione la si può fare strofinando la pianta fra le dita: la cicuta emana un lezzo sgradevole, mentre la carota selvatica lascerà le vostre dita impregnate di un piacevole odore. Inoltre, dovrete imparare a distinguere le due piante dall’aspetto esteriore, e per questo sarà bene aspettare che la carota sia giunta a completa fioritura. La carota selvatica infatti si fa riconoscere fra tutte le altre piante della stessa famiglia dai fiorellini bianchi, raccolti in ombrelle somiglianti a nidi d’uccello, aventi alla base false foglie (brattee) molto lunghe e seghettate con, al centro, un fiore sterile più grande, di color porpora tendente al nero.
I frutti poi sono assai caratteristici, ovoidali e irti di molteplici spine corte, ordinate su diverse costole sporgenti.
In Italia la carota selvatica è conosciuta sotto i nomi di: virga pastoris, carota, cepo bianco, gallinaccio, pastinaca, pasticciona.
Ha le stesse virtù diuretiche e vermifughe della cugina coltivata; la radice è altrettanto ricca di vitamine e le foglie e i frutti hanno qualità toniche e ricostituenti.
.    

Raccolta

Se siete sicurissimi del fatto vostro, cogliete le foglie della carota selvatica subito prima della fioritura della pianta che inizia in giugno-luglio, secondo le contrade e le condizioni climatiche, altrimenti aspettate che le ombrelle siano giunte a fioritura completa. Cogliete i frutti in agosto-settembre e, alla stessa epoca, estirpate le radici.

Preparazione e impiego

SUCCO DI RADICI (vermifugo e diuretico): bevetene mezzo bicchiere al giorno con del miele.
.    
DECOTTO di foglie e di semi (vermifugo, diuretico e tonico): una piccola manciata di foglie e semi per litro d’acqua. Bevetene 2 tazze al giorno.
.    
BAGNO DI SEMI (tonico): una manciata di semi freschi o secchi per litro d’acqua. (Di tanto in tanto)
.    
POLPA SCHIACCIATA di radici mista a miele (molto ricca di vitamine): da 5 a 6 cucchiai, da minestra, prima dei pasti.

.

ERBE MEDICINALI – FITOTERAPIA

ABCDEFG – H – I – J – KLMNOPQRST – U – V – W – X – Y – Z

.      

.

ATTENZIONE: Tutte le notizie e curiosità contenute in questo pagina hanno esclusivamente scopo informativo e non intendono sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.