LA CADUTA DELL’ANGELO – Marc Chagall

LA CADUTA DELL’ANGELO (1923-1933-1947)
Marc Chagall (1887–1985)
Kunstmuseum, Basilea
Olio su tela cm 148 x 166

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Non è possibile comprendere un`opera come La caduta dell’angelo senza fare riferimento al tono drammatico e inquieto che caratterizza la produzione di Chagall, pittore dell’espressionismo lirico totale, come lo definisce André Breton. Il dipinto fu eseguito durante gli anni della guerra, iniziato nel 1923, fu terminato solo nel 1947. Cosciente della sorte dell’umanità, Chagall lavora con pena ed angoscia; è ossessionato dalle immagini della Russia invasa dall’esercito tedesco e la sua produzione è cupa e drammatica. L’artista materializzai suoi presentimenti e timori in questa Caduta dell’angelo nella quale inquietanti chiarori di un incendio illuminano la notte, con un effetto cromatico vigoroso e suggestivo, ove i blu e i grigi sono lacerati dai contorni fiammeggianti dell’angelo.
È una visione apocalittica che, nella caduta della creatura celeste su di una umanità senza difese, riassume tutti gli orrori della guerra. La drammatica esperienza degli anni del conflitto bellico rende attuale questa catastrofe cosmica, inizio del male che qui si manifesta nell’interezza della sua essenza simbolica.

Il dipinto è particolarmente importante per Chagall e ciò è dimostrato dall’ampio arco di tempo (24 anni) necessario alla sua realizzazione. Egli affronta il tema per la prima volta nel 1923, la tela sarà quindi abbandonata per una decina di anni. Nel 1933 l’artista avverte il dramma della catastrofe nella quale l’umanità è sul punto di precipitare; riprende l’opera e traccia gli elementi essenziali: la grande massa rosso sangue, il rabbino che protegge il rotolo contenente la Torah, la sua città natale (Vitebsk), in basso a destra. La terza fase è più tarda e risale al 1947; l’Europa è uscita dalla spirale di morte, la violenza si è attenuata: il Cristo in croce, la Vergine e il Bambino, un candelabro offrono un bagliore di compassione, di misericordia.

 

Chagall durante gli anni della guerra

Gli anni del conflitto mondiale furono molto difficili per Chagall che, nel 1941, lasciò la Francia per recarsi in America, dove rimase fino al 1948. Nel 1944 morì sua moglie Bella; la scomparsa di colei che fu non soltanto la sua compagna ma anche il sostegno del suo universo poetico lo lasciò sconvolto. Per quasi un anno l’artista non trovò la forza di dipingere e le sue tele rimasero, in segno di lutto, rivolte verso il muro, come se i colori non potessero vivere né esprimersi. Nel 1945 Chagall si dedicò completamente alla pubblicazione degli scritti di Bella, che furono editi col titolo Lumières allumées.

Successivamente realizzò le scenografie e i costumi perla rappresentazione de L’uccello di fuoco di Stravinskij messa in scena dal Ballet Theatre di New York. In questo periodo venne ultimata La caduta dell’angelo. Alla fine della guerra il pittore rientrò in Francia e, nel 1949, si stabilì definitivamente a Saint-Paul-de-Vance; in questa splendida zona del Midi ritrovò progressivamente una serenità interiore che gli consentì di recuperare la sua delicata e poetica visione della realtà: prevalgono i colori, si sdrammatizzano i soggetti, le sue opere continuano a parlare, malgrado tutto, dell’eterna bellezza visuale.

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Marc Chagall nel 1920, in una foto di Pierre Choumoff Premio Wolf per le arti 1981

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