LA BAGNANTE DI VALPINÇON – Jean-Auguste Dominique Ingres

LA BAGNANTE DI VALPINÇON (1808)
Jean-Auguste Dominique Ingres (1780-1867)
Museo del Louvre, Parigi
Olio su tela cm 146 x 97

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Colta di spalle, nuda, seduta su un letto rivestito con un bellissimo lenzuolo dal bordo finemente ricamato, è una donna con un turbante orientale che le raccoglie i capelli sul capo. È pronta per fare un bagno nella vasca a terra che si vede appena, nascosta parzialmente dalla pesante tenda verde. Le sue carni rosate sono morbide, il corpo opulento ma sensuale. Una luce investe l’ambiente proiettando sulla parete di fondo una larga ombra che tocca in parte anche la donna.
Suggestioni orientali (il turbante avvolto attorno al capo della donna e i preziosi tessuti che tappezzano la stanza) si mescolano a rimeditazioni dell’arte rinascimentale, in particolare Raffaello.
È forse il riferimento più immediato è la Madonna della seggiola (Firenze, Galleria Palatina) dove la purezza formale è validamente sostenuta dalla preziosità delle vesti e dall’elegante turbante che incornicia l’ovale della Vergine. Il senso dell’opera è più comprensibile evidenziando che Ingres la dipinse al tempo del suo soggiorno studio a Roma, cioè nel momento in cui subì maggiormente l’influenza dell’arte classica e rinascimentale. Pare, comunque, che per la figura di donna l’artista sia ricorso a una incisione di J. Van Loo, Coucher à l’italienne (1650 circa), allora in suo possesso. Nonostante la figura presenti non poche incongruenze anatomiche il quadro ha sempre riscosso giudizi favorevoli e inaugura la lunga e interessante serie di Ingres sul tema delle odalische.

Presentato per la prima volta all’esposizione allestita a Parigi nel 1808, il dipinto venne poi riproposto alla medesima manifestazione dl 1855 dove venne accolto con grande entusiasmo. Il primo proprietario dell’opera fu il conte Rapp che nel 1822 la rivendette a Valpinçon (da cui prende nome) e dopo un passaggio nella Collezione Preire nel 1879 giunse al Louvre. Al Fogg Art Museum di Cambridge (USA) è conservata una replica autografa acquerellata.

 

I bagni turchi di Ingres

Per la serie dedicata alle odalische Ingres trasse spunto dall’epistolario scritto nel l763 da Mary Wortley Montague durante gli anni trascorsi a Costantinopoli in qualità di ambasciatrice della Gran Bretagna. Dalle lettere emerge l’usanza dei turchi di avere nei propri palazzi degli harem dove le donne, abbigliate solo con trasparenti veli e ornate con gioielli preziosi, erano dedite all’ozio spesso in compagnia della servitù incaricata di prendersi cura dei loro corpi. Il tema delle odalische non era nuovo in Francia, già in passato lo aveva affrontato Delacroix, ma Ingres vi ritornò a varie riprese fino alla morte. Il primo dipinto con questa è il Nudo di schiena (1814, museo Bonnat), quindi La grande odalisca (1814, Louvre), eseguita per Carolina Marat, sorella di Napoleone, la Piccola bagnante (1828, Louvre) che presenta caratteri molto simili alla Bagnante di Valpinçon e infine ottantenne Ingres dipinse Il bagno turco che raffigura un harem popolato da giovani donne dedite al1a musica e alla danza.

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AUTORITRATTO (1858)
Jean Auguste Dominique Ingres (1780-1867)
Galleria degli Uffizi, Firenze

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