I PIACERI DEL BALLO – Jean-Antoine Watteau

I PIACERI DEL BALLO (1717 circa)
Jean-Antoine Watteau (1684-1721)
Dulwich College, Londra
Olio su tela cm 53 x 66

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La scena, complessa e affollata di figure, si svolge sotto un loggiato aperto verso un grande giardino. L’architettura, monumentale e incombente sui piccoli personaggi, è ispirata a modelli del Rinascimento italiano, forse desunti dai dipinti di Paolo Veronese. Nelle colonne ad anelli bicromi si è notato anche un influsso del gusto di De Brosse, che aveva trasferito in Francia certe soluzioni risalenti al Manierismo italiano, ad esempio di Giulio Romano. È fra l’altro assai gradevole l’effetto di queste colonne “rustiche” accostate alle elegantissime cariatidi che fiancheggiano la nicchia.
Al centro della composizione è una coppia di danzatori. L’uomo accompagna i suoi passi di danza col suono delle nacchere. Intorno a loro una folla di astanti, colti nei più svariati atteggiamenti, assiste e partecipa alla scena. Nelle prime file personaggi elegantissimi, in lucenti vesti di seta, sono intenti a conversare piacevolmente o a sorseggiare le bevande distribuite dal servitore che scorgiamo di fronte alla nicchia, dove è collocato un tavolo con brocche e bottiglie. A destra, in secondo piano, è sistemata l’orchestra che rallegra la spensierata compagnia. Un altro suonatore è stato posto dal pittore in posizione semisdraiata nella parte bassa, in modo da chiudere la composizione. In fondo a sinistra spunta dalla folla un personaggio familiare: è Pierrot, o Gilles, la maschera della Commedia dell’Arte molto cara a Watteau e dipinta da lui più volte. La scena è inoltre vivacizzata da cagnolini e da bambini che giocano.

Una radiografia effettuata in occasione del restauro del 1949 ha rivelato un sostanziale “pentimento” dell’artista nella struttura architettonica, che in origine prevedeva anche un colonnato circolare che chiudeva parzialmente il paesaggio.

Il dipinto fu inciso da G. Scotin nel 1730. Dalla stampa si ricava che esso era allora in proprietà del consigliere del parlamento Glucq. Prima del 1752 pervenne al consigliere reale Paquier, che due anni dopo lo lasciò all’intendente De Gournay. Quest’ultimo lo vendette quasi subito a De Montullé che nel 1873 lo rimise sul mercato dell`arte; ecco quindi che il quadro comparve alle vendite parigine De Vaudreuil (1787), Montesquieu (1788) e Le Brun (1791). Trasferito a Londra, esso finì nella Collezione Desenfans, quindi per eredità (1803) in quella Bourgeois, dalla quale passò poi, nel 1814, al Dulwich College.

 

La grande fortuna de “I piaceri del ballo”

Il quadro, noto anche con i titoli Ballo diurno o Riunione sotto una loggia, ha riscosso un enorme successo nel Settecento e anche nell’Ottocento. Già le fonti settecentesche ricordano due o tre imitazioni del dipinto ad opera di Jean-Baptiste Pater. In tutto sono state individuate circa una dozzina di copie o di versioni più o meno variate, ubicate per lo più in Inghilterra, dove l’originale godette di larga fortuna, e negli Stati Uniti. Fra gli artisti più celebri che si ispirarono a questo quadro si deve ricordare Lancret, che ne trasse ben quattro derivazioni. In Inghilterra il quadro fu copiato nel XIX secolo da Leslie e persino da Turner. L’apprezzamento dei pittori inglesi per la tela di Watteau è sintetizzato dal giudizio di John Constable, che definiva il dipinto eseguito “col miele, tanto è fuso, tenero, dolce e delizioso”.

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Ritratto di Jean-Antoine Watteau (1721)

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