GRUPPO DI BAGNANTI – Paul Cézanne

GRUPPO DI BAGNANTI (1890 circa)
Paul Cézanne (1839-1906)
Museo d’Orsay, Parigi
Olio su tela cm 60 x 82

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In quest’opera Cézanne ripropone una nuova versione dei bagnanti, tema affrontato con continuità dalla fine degli anni Settanta e per tutta la sua carriera artistica. Il tema trova l’espressione più completa nella magistrale realizzazione del famoso Grandi bagnanti, oggi al Museo di Filadelfia. Rinnovando un motivo tradizionale della pittura classica, 1’artista mira all’integrazione dei nudi con l’ambiente: il suo obiettivo – e la sua difficoltà – consiste nell’equilibrare armoniosamente la rappresentazione della natura e quella della figura umana. Alle regole della prospettiva classica Cézanne sostituisce l’effetto ottico: le figure, dai contorni non definiti, appartengono completamente all’ambiente circostante grazie alla rete di sottili colpi di colore che formano un eccezionale insieme cromatico. L’ampiezza e la solidità conferiscono ai bagnanti una monumentalità caratteristica delle opere dell’artista.

Esposta al Salon d’Automne nel 1904, l’opera appartenne alla collezione di J. F. Reber di Losanna. Giunse poi a Parigi nella collezione Rosemberg e quindi in quella Gourgaud. Nel 1965 la baronessa Eva Gebbard-Gourgaud la donò al Museo del Louvre. La tela è oggi esposta al Museo d’Orsay.

 

Cézanne oltre l’Impressionismo

La produzione di Cézanne segna chiaramente il passaggio dall’Impressionismo al post-impressionismo. Come molti suoi illustri contemporanei (Gauguin, Van Gogh, Renoir, Monet) egli manifesta, dopo un primo periodo di affermazione del movimento, la volontà di oltrepassare la raffigurazione immediata di una versione della realtà fuggente e mutevole. Cézanne ripeteva: “Ci sono due cose nella pittura: l’occhio e il cervello; 1’uno e l’altro devono aiutarsi”.
Per un artista nutrito di cultura umanista, la sensazione obbedisce a una sua propria logica, quella delle “sensazioni colorate”, e Cézanne sosteneva infatti che esiste una “logica del colore”. “L’artista deve obbedire solo a quella, mai alla logica del cervello”, affermava inoltre, e per questo “lo studio reale e prodigioso da intraprendere è quello che concerne la diversità del quadro dalla natura”. Grazie allo straordinario spirito d’osservazione, la sua “piccola sensazione” come egli la chiamava, Cézanne perviene a una rappresentazione della realtà talmente lontana dai canoni della prospettiva classica da portarlo a trasgredire tutte le regole relative alla forma, alle proporzioni e agli accordi cromatici per obbedire solo alla sua intuizione. L’ideale umanista e razionale del Rinascimento non era sopravvissuto alle devastanti conseguenze socio-politiche derivanti dal processo di industrializzazione del XIX secolo; Paul Cézanne e i suoi contemporanei si fidano solo della sensazione immediata.
Per l’artista il colore, la luce sono un campo di esplorazione ideale poiché esprimono la struttura intima e profonda della realtà. Il pittore ripeteva spesso che il colore era per lui “il luogo dove il nostro universo e il nostro cervello si incontrano”. Introverso e solitario, Cézanne non ha cercato di tradurre una sensazione immediata e diretta, come hanno fatto quasi tutti gli impressionisti, ma ha voluto piuttosto rendere visibile un’armonia superiore che sfugge alla maggior parte di noi.

 

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