DONNA CON CAFFETTIERA – Paul Cézanne

DONNA CON CAFFETTIERA
Paul Cézanne (1839-1906)
Museo d’Orsay, Parigi
Olio su tela cm 130 x 96

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Un’impostazione monumentale come quella della Donna con caffettiera si ritrova raramente nei ritratti di Cézanne. Abbandonata l’intensità espressiva dei ritratti degli anni 1860-1870, l’artista aveva dato inizio, intorno al 1877 ad una ricerca più lenta e pacata dell’immagine e della composizione. Alla fine degli anni ’80 egli si libera da ogni specifica individualizzazione. In quest’opera, e in alcuni altri ritratti, Cézanne supera il tradizionale gioco di orizzontali e verticali basando la composizione su un andamento obliquo. Lo sfondo, costituito dalle ante di una porta e da una tappezzeria a fiori, è estremamente sobrio, così come il resto dell’ambiente in cui domina imponente la figura femminile. I rapporti dimensionali tra la donna e lo spazio circostante creano, grazie alla semplificazione delle forme risolte con geometrica solidità, un effetto di solennità e di monumentalità. Solo la leggera torsione del volto spezza la rigorosa frontalità della figura. Ma dal viso della donna non traspare nessuna emozione, nessun sentimento; la sua posa, con le mani sul grembo, non rivela alcuna sensibilità. L’identificazione del personaggio è problematica. Si è pensato a Madame Cézanne, ma il confronto con altri suoi ritratti mostra come non vi sia un’effettiva somiglianza. Più probabilmente si tratta di una contadina conoscente dell’artista. La timidezza del pittore e la sua lentezza nell’esecuzione dell`opera (dovuta alla volontà di “dare forma”) fanno pensare che i modelli venissero comunque scelti tra le persone a lui più vicine. Anche la datazione dell’opera risulta controversa. Il figlio di Cézanne l’ha infatti datata al 1887. Il Venturi ha invece posticipato l’esecuzione della tela all’inizio degli anni 1890 accostandola, per la semplicità sintetica dello stile, ai Giocatori di carte. Attualmente tutti gli studiosi sono propensi per una datazione tra il 1890 e il
l 895.

L’opera, appartenuta a Josse Hessel, e poi entrata nella collezione di Auguste Pellegrin. Passata a Jean-Victor Pellegrin essa è stata donata da questi e dalla moglie al Museo del Louvre nel 1956. La tela è attualmente esposta al Museo d’Orsay.

 

Cézanne e Zola

Quasi coetanei, Paul Cézanne e Émile Zola (scrittore francese, caposcuola del romanzo naturalista) si erano conosciuti al Collegio Bourbon ad Aix-en-Provence. Compagni di tutte le avventure giovanili, essi avevano stretto una profonda amicizia. Quando, nel 1858, Zola si trasferì a Parigi, Paul soffrì intensamente della sua partenza. La decisione presa dal pittore dal 1881 di vivere a Parigi, fu in parte determinata dal desiderio di raggiungere l’amico. Il legame tra i due si mantenne intatto sino al 1886, anno in cui lo scrittore pubblicò L’Oeuvre. Il romanzo tratta della vita di un pittore, Claude Lantier, il cui carattere presenta molte somiglianze con quello di Cézanne. Con toni drammatici e dolorosi, ma senza disprezzo, Zola narra il suicidio di Lantier davanti ad un’opera che non sa portare a termine per impotenza creativa. Cézanne fu profondamente ferito da queste vaghe allusioni e della sua amicizia con Zola non rimase che il ricordo dei vecchi tempi.

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