Francesco Mazzola, detto il PARMIGIANINO – Vita e opere

Girolamo Francesco Maria Mazzola detto Parmigianino (Parma, 11 gennaio 1503 – Casalmaggiore, 24 agosto 1540), è stato un pittore e incisore manierista italiano attivo a Firenze, Roma , Bologna e la sua città natale di Parma. Il suo lavoro è caratterizzato da una “sensualità raffinata”. L’appellativo “il Parmigianino”, oltre che dalle origini, gli derivò dalla corporatura minuta e dall’aspetto gentile

Maggiore protagonista della stagione manierista, Francesco Mazzola, meglio noto come il Parmigianino dalla città in cui nacque nel 1503, grazie alla sua raffinata pittura conquistò principi e artisti di tutta Europa. Il padre, apprezzato pittore locale, morì nel 1505, e l’educazione del bambino fu affidata agli zii Pier Ilario e Michele, anch’essi pittori. Da giovane il Parmigianino subì il fascino della maniera del Correggio, così come si avverte nella prima prestigiosa commissione: gli affreschi della piccola “stufa” del castello di Fontanellato, con storie tratte dalle Metamorfosi di Ovidio, eseguiti nel 1523. Alla metà del 1524 Parmigianino si recò a Roma, in visita a Papa Clemente VII, a cui donò il Ritratto allo specchio (Vienna, Kunsthistoriches Museum) e la Sacra Famiglia (Madrid, Prado). Nella capitale il giovane rimase sicuramente affascinato dalla grazia di Raffaello e dalla potenza formale di Michelangelo; ma la sua attenzione si concentrò sulla raffinata ricerca di Pierin del Vaga e sull’inquieto espressionismo di Rosso Fiorentino. A seguito del sacco del 1527, durante il quale i lanzichenecchi saccheggiarono la città eterna, Parmigianino – così come tanti altri artisti – fu costretto a fuggire e a riparare a Bologna, dove visse fino al 1530, anno in cui fece ritorno a Parma. Il suo primo incarico importante in patria fu la decorazione della chiesa della Steccata, che gli diede l’opportunità di confrontarsi con il Correggio, a quel tempo impegnato negli affreschi del duomo.
La passione del Parmigianino per gli esperimenti alchemici gli fu fatale, in quanto lo distolse dall’impegno assunto con i frati della Steccata: condannato per inadempienza, nel 1539 fu imprigionato. Il grave fatto lo costrinse all’esilio a Casalmaggiore, dove morì nel
1540, a soli 37 anni.

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AUTORITRATTO in uno specchio convesso (1523-1524)
Parmigianino (1503–1540)
Olio su tavola di pioppo ∅ 24,4
Kunsthistorisches Museum, Vienna

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PARMIGIANINO – Vita e opere

MADONNA DAL COLLO LUNGO – PARMIGIANINO

Immagine di copertina:
Stufetta di Diana e Atteone (1524″
Parmigianino (1503–1540)
Affresco a Fontanellato, Rocca Sanvitale

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