L’AVARO – MOLIÈRE

L’AVARO

Titolo originale – L’avare
Commedia in prosa in cinque atti di Molière.
Rappresentata a Parigi al Palais-Royal il 9 settembre 1668
Venne pubblicata a Parigi nel 1669

Personaggi

Valerio; figlio di Anselmo, innamorato di Elisa, interpretato da La Grange.
Elisa; figlia di Arpagone, innamorata di Valerio, interpretata da Armande Béjart.
Cleante; figlio di Arpagone e giocatore d’azzardo, innamorato di Marianna, interpretato da Du Croisy.
Arpagone; vecchio vedovo avaro, padre di Cleante e di Elisa ed innamorato di Marianna, interpretato da Molière.
Freccia; servo di Cleante, interpretato da Louis Béjart
Mastro Simone; mediatore di affari, interpretato da La Thorillière.
Frosine; mezzana/faccendiera; interpretata da Madeleine Béjart.
Marianna; innamorata di Cleante e amata da Arpagone, interpretata da Mademoiselle de Brie.
Anselmo; nobile di mezza età, padre di Valerio e di Marianna interpretato da De Brie.
Mastro Giacomo; cuoco e cocchiere; interpretato da André Hubert.
Donna Claudia; domestica di Arpagone.
Stecchino; lacchè di Arpagone.
Merluzzo; lacchè di Arpagone.
Il Commissario
L’Assistente del Commissario

ATTO I

Cleante, figlio dell’avaro Arpagone, è innamorato della bella ma molto povera Marianna, loro vicina di casa a Parigi: ma il padre, preoccupato di quanto spende in abiti e parrucche, lo vuole accasare con una ricca vedova. Cleante chiede al padre il permesso di sposarla e scopre così che Arpagone progetta anch’egli di impalmare la fanciulla, il giorno in cui l’anziano amico Anselmo sposerà sua figlia Elisa, innamorata però di Valerio, giovane alle dipendenze di Arpagone, che l’ha salvata da un annegamento.

ATTO II

Cleante, per avere il denaro necessario alle nozze con Marianna, ricorre attraverso il servo di casa Freccia all’usura, ma lo strozzino non è che Arpagone, il quale, per ottenere i favori di Marianna, fin allora ignara dei suoi progetti, ricorre alla mezzana Frosine: costei, avvezza ad essere pagata, non riceve da lui che espressioni di riconoscenza.

ATTO III

A casa di Arpagone, predisposta per una degna accoglienza, secondo la ben nota tirchieria di Arpagone, arriva Marianna, che non nasconde il proprio disgusto per
il vecchio avaro e manifesta di prediligere Cleante, che riconosce come il suo innamorato: riesce a parlargli, e ne riceve in dono un anello sfilato dal dito del padre.

ATTO IV

Arpagone, concentrato nella conquista di Marianna, non s’è accorto che la cassetta ricolma dell’intero suo patrimonio in denari, da lui accuratamente nascosta in giardino, gli è stata sottratta dal servo Freccia. Crescono in compenso i suoi sospetti nei confronti del figlio, che giunge addirittura a maledire. Ora Arpagone scopre che la cassetta è stata dissotterrata. È al colmo della disperazione: impiccherà tutti, se stesso compreso, se non si ritrova.

ATTO V

Sopraggiunge un commissario di polizia. Valerio, incolpato, confessa, credendo si tratti della sua relazione con Elisa. Per calmare Arpagone, che si preoccupa soltanto del denaro sottrattogli, Valerio reclama la mano di Elisa vantandosi discendente di un nobile napoletano perito in un naufragio: il quale altri non è che il vecchio Anselmo, vivo e vegeto. Oltre a riconoscere il figlio disperso, questi ritrova in Marianna la propria figlia perduta. Arpagone deve così rinunciare alle mire su Marianna: del resto, ciò che gli preme è solo l’adorata cassetta, che stringe tra le braccia. Anselmo pagherà le nozze tra Marianna e Cleante e tra Valerio ed Elisa. Arpagone acconsente alle medesime, pur di non sborsare un soldo di dote.

UNA COMMEDA DI MOLIÈRE: L’AVARO

L’Avaro è una commedia in prosa in cinque atti scritta da Molière nei 1668. È ispirata all’Aulularia di Plauto, sia in alcuni dei meccanismi più importanti della trama, sia per la caratterizzazione psicologica dell’avaro.
Arpagone, il vecchio protagonista, è a dir poco odiato dai suoi due figli, Cleante ed Elisa. Cleante lo odia perché Arpagone vuole sposare la giovane e povera Marianna che lui segretamente ama; Elisa, invece, lo detesta perché vuole darla in sposa all’anziano Signor Anselmo che è disposto a prenderla senza alcuna dote.
Cleante fa rubare dal suo servo, Freccia, la cassetta dove lo stizzoso Arpagone tiene tutti i suoi averi pensando d’usarla come merce di scambio con il padre per avere Marianna. Ma il padre accusa dei furto il suo intendente Valerio, che da tempo ha imbastito una storia d’amore con Elisa.
Tutto s’aggiusta con l’arrivo del ricco Anselmo che, invece di chiedere ufficialmente la mano di Elisa, riconosce nella bella Marianna e nell’intendente Valerio i suoi figli, che credeva da tempo morti in un naufragio.
Convolate a giuste nozze le due coppie d’innamorati, Arpagone ritroverà il suo tanto bramato ed adorato tesoro.

In questa commedia Molière riesce magistralmente a ridicolizzare all’estremo l’avarizia e la totale mancanza di sentimenti dei vecchio Arpagone rendendola, soprattutto nella scene in cui sono poste a confronto con gli impeti giovanili del figlio Cleante, drammaticamente amare.

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