MOLIÈRE – Vita e opere

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MOLIÈRE

Molière, pseudonimo di Jean-Baptiste Poquelin (Parigi, prima del 15 gennaio 1622 – Parigi, 17 febbraio 1673), è stato un commediografo e attore teatrale francese. Assieme a Corneille e Racine rappresenta uno degli autori più importanti del teatro classico francese del XVII secolo.

Molière, è lo pseudonimo di Jean-Baptiste Poquelin (1622-1673), il più grande commediografo francese. Nato a Parigi, frequentò il collegio di Clermont, indi seguì sino alla laurea gli studi giuridici. Si avviò quindi all’arte teatrale, aggregandosi alla compagnia drammatica dei Bejart e fondando con essi a Parigi l’Illustre Theatre (1643-45); condusse poi la vita nomade dell’attore.
Nel 1655 rappresentò a Lione la sua prime commedia Lo stordito, che ebbe un discreto successo. Tre anni dopo si trasferì a Parigi dove riuscì a recitare davanti alla corte del re e, ottenutone il favore, a rimanere nella capitale attore e direttore del Petit-Bourbon e del teatro di Corte. Nel 1659 Molière ottenne il suo primo grande successo con Le preziose ridicole. Le “preziose” erano le dame intellettuali che in quel periodo empivano i salotti con la loro saccenteria, il loro linguaggio lezioso e i loro sentimenti affettati. E Molière metteva in ridicolo le pedanti dame e i loro fatui e agghindati ammiratori. Il pubblico fu entusiasta. Il Re Sole prese a proteggerlo. E Molière potè continuare trionfalmente la sua attività, ad onta degli ostacoli che nemici numerosi e potenti, certo invidiosi della sua gloria, gli sollevarono contro. Molière compose una trentina di opere, fra cui ricordo: La scuola delle mogli.., Tartufo (L’ipocrita), Don Giovanni.., Il misantropo.., Anfitrione.., L’avaro.., Il borghese gentiluomo.., Le donne saccenti, tutti autentici capolavori. Sopraffatto dalle fatiche, morì poche ore dopo aver rappresentato la sua ultima commedia: Il malato immaginario (1673).

Il borghese gentiluomo – Una lezione d’ortografia e di stile 

Il signor Jourdain, borghese arricchito, vuole atteggiarsi a gentiluomo, entrare nell’alta società; e perciò si circonda di maestri di musica, di danza e di scherma, per imparare le belle maniere: chiama presso di sé an filosofo che lo istruisca e si entusiasma goffamente di tutto ciò che gli viene insegnato; si innamora di una marchesa che si fa giuoco di lui e gli sembra di vivere in un mondo incantato. La commedia, col titolo Il borghese gentiluomo, fu rappresentata nel 1670 alla corte di re Luigi XIV, e fu allietata da musiche di intermezzo e di danza di Giambattista Lulli (1632-1687).

MORÌ SUL PALCOSCENICO

La sera del 17 Febbraio 1673, il bel mondo parigino si era dato convegno al teatro Palais Royal per applaudire “Il malato immaginario” di Molière: l’autore stesso vi recitava la parte di Argante che nella finzione scenica era, per l’appunto, il “malato immaginario”.
Molière non era un grande attore, ma quella sera la sua recitazione era realistica in maniera impressionante: la febbre che lo divorava, i tremiti che lo scuotevano non erano per nulla immaginari; Molière era agli estremi, lo sentiva, e solo il suo smisurato amore per il teatro lo aveva condotto anche quella sera sul palcoscenico.
La rappresentazione volgeva al termine quando Argante si accasciò per terra: la commedia era diventata tragica realtà. Molière mori poche ore dopo. Aveva dedicato la sua vita al teatro e non ‘volle concluderla lontano da quel magico mondo.
Jean-Baptiste Poquelin (questo era il vero nome di Molière) era nato a Parigi ai primi di gennaio del 1622 da una famiglia di piccoli borghesi. Aveva vent’anni quando decise di diventare attore e per farlo senza offendere l’onorabilità del nome paterno (a quei tempi il mestiere di attore era piuttosto disprezzato), non esitò a cambiare nome, rinunciando nello stesso tempo alla comoda vita che il patrimonio paterno gli avrebbe assicurato.
Assieme ad alcuni amici fondò l’Illustre Théâtre e si sottopose al durissimo tirocinio degli spettacoli in provincia. Finì anche in prigione per debiti. Ma nel 1658 ebbe la “grande occasione”: quella di recitare a Parigi alla presenza del re; da quel momento le sue difficoltà finirono ed egli divenne l’autore più famoso di tutta la Francia.

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