L’ACQUA – PER RISOLVERE IL PROBLEMA DELLA FAME NEL MONDO

PER RISOLVERE IL PROBLEMA DELLA FAME NEL MONDO

Antoine de Saint-Exupery, lo scrittore-aviatore che è stato il pioniere dei collegamenti aerei tra l’Europa e il Sudamerica, racconta nel suo libro “Terre des hommes l’episodio di alcuni capi beduini del Sahara da lui portati in Francia e condotti a vedere una cascata nelle montagne della Savoia. Davanti a quello spettacolo di acque fragorose e spumeggianti quei notabili del deserto, abituati ad attingere pochi otri di liquido stagnante dai
pozzi delle oasi, rimasero a bocca aperta. “Le Dieu des français… ”, mormoravano sbalorditi, credendo di trovarsi dinanzi ad un prodigio soprannaturale.
Ma oggi vien fatto di chiedersi se anche gli uomini della cosiddetta civiltà dei consumi non si troveranno in futuro a dover provare sentimenti del genere nei confronti dell’acqua, questo elemento della natura così intimamente connesso e indispensabile alla nostra vita. La maggior parte di acqua dolce disponibile, infatti, è impiegata per l’irrigazione; per quanto stime del genere debbano essere accolte con cautela, si può tuttavia ritenere che il quantitativo d’acqua dolce utilizzato dall’agricoltura nei cinque continenti si aggiri sui 170 mila metri cubi al secondo, pari cioè a circa l’80 per cento del consumo mondiale complessivo (e tale quantitativo è destinato ad accrescersi).

Di quel terzo del globo rappresentato dalle terre emerse, solo poco più di un decimo, pari a un miliardo e mezzo di ettari, è coltivato; e di questa modesta aliquota il 40 per cento si trova in climi asciutti, dove un’irrigazione supplementare permetterebbe di raddoppiare la produzione, il 25 per cento in climi aridi che con una maggiore disponibilità irrigua potrebbero triplicarla, e il 5 per cento in zone semidesertiche, dove più acqua significherebbe l’aumento del prodotto agricolo di molte volte.

E soprattutto il forte incremento della popolazione, verificatosi in particolare nei Paesi di tradizione rurale (Cina, India, Indonesia ecc.), che pone urgentemente la soluzione del problema alimentare. In alcune regioni dell’Asia, dell’Africa e dell’America l’aumento della produzione dei campi dipende in assoluto dalla disponibilità di una maggiore quantità di acqua dolce. In questo senso la penuria di tale acqua rappresenta fin da oggi un grave limite all’espansione dell’agricoltura e quindi un serio ostacolo alla soluzione del problema alimentare della popolazione mondiale. A queste due esigenze tradizionali – l’acqua potabile per l’uomo e l’acqua dolce per l’irrigazione – si è aggiunta di recente una crescente e non prevista richiesta di approvvigionamento idrico per usi industriali. I 700 milioni di metri cubi di acqua dolce che ogni giorno consuma, ad esempio, l’industria americana stanno ad indicare la futura dimensione dei consumi industriali, quando anche altri Paesi si saranno arricchiti di impianti adeguati ai bisogni della moderna vita civile.

Quanto al nostro Paese, va rilevato che la penuria di acqua si sta manifestando in misura crescente, tanto che vi sono persino città dell’Italia settentrionale nelle quali si deve ricorrere al razionamento per gli usi civili della popolazione. E non meno seria è la situazione nel settore agricolo, sempre più indirizzato verso le colture intensive, per le quali la siccità costituisce un rischio maggiore. Al riguardo si è calcolato che, complessivamente, nel nostro Paese le irrigazioni hanno registrato un forte incremento in questi ultimi decenni ed assorbono oggi circa 30 miliardi di metri cubi all’anno di acqua; la superficie irrigua è così passata da 2.200.000 ettari alla fine della seconda guerra mondiale a più di 3 milioni attuali, per la maggior parte concentrata nel Nord, dove esistono maggiori fonti di approvvigionamento. In complesso, l’acqua impiegata
dall’agricoltura, in Italia, proviene per il 70 per cento circa da corsi d’acqua naturali e per il 30 per cento da pozzi, fontanili e serbatoi (ma questi ultimi rappresentano meno del 3 per cento).

Per concludere, i problemi idrici dell’agricoltura italiana che esigono soluzione possono essere così classificati:

1) Ampliamento dell’area irrigua (può essere ottenuto su 2 milioni di ettari di pianura ancora asciutta, ma anche sulle migliori colline.

2) Ammortamento dei vecchi impianti (in molti casi impostazioni antiquate provocano dispersioni ingiustificate).

3) Migliore utilizzazione dell’acqua (gli sprechi sono talmente elevati che in alcuni casi si potrebbe raddoppiare la superficie attualmente irrigata senza aumentare la quantità d’acqua).

4) Riordinamento delle utenze (è un problema prevalentemente giuridico che si ricollega anche a quelli precedenti).

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