I TEMPLI DI ABU SIMBEL
L’antico Egitto si è distinto, nella storia dell’umanità, per la costruzione di edifici a forma quadrilatera in cui trovava posto la mummia del faraone, considerato una vera divinità. Questo nelle prime dinastie (3000 circa a.C.) quando la forma piramidale del tempio, o tomba, assumeva forme cosmiche (vedi la piramide di Cheope tuttora considerata, per dimensione, monumento insuperato), ma in tempi successivi (1300 a.C.) il tempio comincia ad assumere la forma classica con pilastri e colonne, adornato di statue colossali, come si può vedere nel tempio di Ramses II ad Abu Simbel ricavato nella viva roccia, sulle rive del Nilo, e dove all’esterno sono scolpite quattro giganti statue del faraone, alte oltre 20 metri, in posizione seduta.
Merita ricordare un particolare del tempio di Abu Simbel in quanto l’architetto costruttore aveva orientato il santuario del faraone in modo tale che i due giorni dell’anno, e precisamente il 20 di febbraio ed il 20 di ottobre, un raggio di sole, di primo mattino, entrava dalla porta principale e penetrando nella profondità del tempio raggiungeva nel fondo l’altare maggiore illuminando in pieno le statue degli dei.
A seguito della costruzione della diga di Assuan per evitare che l’innalzamento delle acque del Nilo invadessero il monumento, distruggendolo e perdendo per sempre un così prezioso patrimonio artistico, l’UNESCO utilizzando un contributo offerto da tutti i paesi del mondo, nel 1965, ha provveduto a “smontare” il tempio, come pure quello appresso dedicato alla dea Hathor, tagliando e numerando pezzo per pezzo, e ricostruendo il tutto ad un’altezza di oltre 60 metri dal sito precedente.
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