CONCERTO PER PIANOFORTE N° 2
Op. 18 Terzo movimento
Sergej Rachmaninov
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La delusione per il cattivo debutto della Sinfonia n. 1, allontanò per alcuni anni Rachmaninov dalla composizione. Quando riprese a scrivere, l’opera che nacque fu quella che ancora oggi è considerata come la sua composizione più celebre.
Rachmaninov era comprensibilmente titubante al pensiero di dover affrontare la prima del Concerto per pianoforte n. 2. Decise così di inserire il primo movimento solo successivamente all’esecuzione in pubblico del secondo e del terzo.
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Virtuosismi per pianoforte
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Dopo le sonorità drammatiche del primo movimento e l’atmosfera sognante del secondo, il finale si apre con una marcia vivace affidata all’orchestra, a cui subito si unisce lo strumento solista.
Il ritmo gradualmente si placa, introducendo un delicato tema velato di malinconia, tipico della sensibilità dell’autore.
Tra i molti altri spunti musicali di quest’opera spicca un interludio dai toni ipnotici, in cui il piano si insinua sul ritmo morbido e ripetitivo dell’orchestra.
In altri passaggi il pianoforte è lasciato a un assolo virtuosistico che conduce gli altri strumenti a un ultima ripresa del tema principale.
Il concerto poi si conclude con un’ornamentazione di puro stile virtuosistico.
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