GIUSEPPE VERDI – Vita e opere

Ritratto di Giuseppe Verdi (1886)
Giovanni Boldini (1842–1931
Pastello su cartone cm 65 x 54
Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma

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GIUSEPPE VERDI

Giuseppe Verdi è stato il più grande compositore italiano di melodrammi dell’Ottocento, ed eroe popolare di un periodo difficile in cui l’Italia risorgimentale lottava per l’unità e l’indipendenza. Durante la sua lunga vita, Verdi scrisse alcune tra le opere e i melodrammi più grandi e amati della storia della musica classica italiana.

Giuseppe Verdi nacque nel piccolo paese di Roncole di Busseto, tra Parma e Cremona, dove il padre gestiva l’osteria del paese. Da bambino imparò a riconoscere intuitivamente le melodie, suonate su una vecchia Spinetta, e prese lezioni dall’organista Angelo Provesi nella vicina Busseto. Antonio Barezzi, presidente della Società Filarmonica locale, riconoscendo le capacità artistiche del musicista, si offrì di pagargli gli studi privati a Milano.
All’età di 22 anni Verdi tornò a Busseto per ricoprire l’incarico di insegnante alla Civica Scuola di Musica; nel 1836 sposò la figlia di Barezzi, Margherita, e iniziò a scrivere la sua prima opera, Oberto conte di San Bonifacio.

Tragedie personali

Nel 1838 un destino avverso sembrò abbattersi sul musicista, con la morte della figlia Virginia a distanza di un solo mese dalla nascita del figlio maschio, che a sua volta sarebbe morto di broncopolmonite l’anno successivo.
Nel 1840 morì anche Margherita, vittima di un’encefalite.
Verdi era un uomo distrutto e disperato quando iniziò a lavorare alla sua terza opera, Nabucco. Con l’aiuto di una nota cantante, Giuseppina Strepponi (sua futura seconda moglie), l’opera fu rappresentata con enorme successo alla Scala di Milano. Per Verdi iniziò un periodo di grandi successi; sembrava destinato a passare di trionfo in trionfo, sempre attento ad affinare il proprio stile da un’opera all’altra. Il suo nome si identificò presto con il movimento politico del Risorgimento

Musica e patriottismo

Nelle trame delle opere di Verdi il governo austriaco cercava significati patriottici volti a fomentare la ribellione. Il compositore divenne un personaggio pubblico di sempre maggior spicco: il suo nome diventò un motto popolare (W Verdi!) a sostegno del futuro Re d’Italia: era l’acronimo di Vittorio Emanuele Re D’Italia.
Quando l’Unità d’Italia fu finalmente compiuta nel 1861, egli fu eletto deputato nel nuovo Parlamento italiano.
A quell’epoca, alcune delle sue opere più amate (Rigoletto.., Il trovatore.., La traviata) gli avevano ormai procurato grande fama e ricchezza. Presto avrebbero fatto seguito altri capolavori, come Aida e un’intensa Messa da Requiem in omaggio al grande romanziere Alessandro Manzoni. Al termine della sua carriera due grandi opere d’ispirazione shakespeariana, Otello e Falstaff segneranno l’apogeo del melodramma verdiano.

Cala il sipario

Verdi morì ricco e famoso e come ultimo desiderio chiese un funerale semplice e silenzioso alle prime luci dell’alba. Migliaia di milanesi in silenzio e al buio si disposero però lungo le strade alcune ore prima per salutare per l’ultima volta l’amato musicista.

Giuseppe Verdi fotografato nel 1876 da Étienne Carjat

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MELODRAMMA E PATRIOTISMO
1842

Gli anni tra il 1838 e il 1840 furono i più cupi della vita di Verdi, densi di risvolti tragici degni della trama di un melodramma.
La moglie e i due figli piccoli morirono; la sua seconda opera era stata un fiasco. Verdi era sul punto di abbandonare la musica quando l’impresario B. Merelli del Teatro alla Scala di Milano gli suggerì la trama per una nuova opera, il Nabucco.

Ispirazione biblica

Basata su un racconto del Vecchio Testamento, l’opera narra la prigionia degli Israeliti. Il verso del libretto “Va pensiero, sull’ali dorate” catturò subito l’attenzione di Verdi e lo stimolò a mettersi al lavoro, con l’aiuto della soprano Giuseppina Strepponi. Il rapporto tra i due in quel periodo era ancora puramente professionale; pochi anni dopo la Strepponi sarebbe diventata la sua seconda moglie. Quando debuttò alla Scala nel 1842, il Nabucco fu un autentico trionfo.

Eroe patriottico

Una parte del successo dell’opera si deve al coro degli schiavi ebrei che intonano “Va pensiero”.  Il pubblico italiano ritrovò in questo coro la eco delle sue stesse aspirazioni di unità e indipendenza; ciò rese Verdi un eroe patriottico.
Egli scrisse opere forse più amate nella sua lunga carriera, ma alla processione funebre che si tenne a Milano nel 1901, la folla intonò proprio le note di “Va pensiero” per tributare il suo commosso e intenso omaggio al più grande compositore italiano di melodrammi

Giuseppina Strepponi, la seconda moglie di Verdi, in un ritratto di Karoly Gyurkovich

 

LA VITA IN BREVE

l813 – Nasce a Roncole di Busseto il 10 ottobre
1824 – Inizia a studiare musica con Ferdinando Angelo Maria Provesi, organista nella vicina cittadina di Busseto
1832 – Antonio Barezzi gli paga gli studi di musica a Milano
1836 – Sposa Margherita, figlia del benefattore Barezzi
1842 – Dopo la morte della moglie e dei due figli, Verdi compone Nabucco, che sarà un successo
1847-48 – Prima rappresentazione di Macbeth, con cui ha inizio il ciclo di opere shakespeariane; viaggia a Londra e a Parigi; acquista una tenuta a Sant`Agata, vicino a Busseto1851-53 – Prime rappresentazioni delle sue tre opere più famose: Rigoletto, Il Trovatore, La Traviata
1859 – Sposa Giuseppina Strepponi; conosce Camillo Benso conte di Cavour
l86l – Viene eletto deputato nel primo Parlamento italiano con sede a Torino; si reca in Russia per la prima della sua opera La Forza del Destino
1871 –  Prima di Aida al Cairo
l874 – Prima a Milano della Messa da Requiem, in onore di Alessandro Manzoni
1887 – Prima di Otello
1893 – Prima della sua ultima opera, Falstaff
l899 – A Milano fa costruire a sue spese una casa di riposo per musicisti ridotti in povertà
l90l – Muore a Milano il 27 gennaio.

Bozzetto della Scena II Atto I, per la messa in scena del 1865 al Théâtre Lyrique

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