LO SBARCO DI CRISTOFORO COLOMBO

Lo sbarco di Colombo a Guanahani

Del viaggio di Colombo che si concluse con l’approdo sul nuovo continente esiste una ricostruzione fatta dal figlio Ferdinando (che fu a fianco del padre nella sua quarta spedizione) sulla base, evidentemente, del racconto e della testimonianza paterni. Di questa ricostruzione è andato smarrito l’originale in spagnolo (così come non si è trovato l’originale del diario di Colombo). Ne è rimasta una traduzione italiana fatta a Venezia nel 1571 e che ha per titolo: “Historie di Fernando Colombo, nelle quali s’ha particolare e vera relazione della vita e de’ fatti dell’Ammiraglio Cristoforo Colombo, suo padre“,

La narrazione di Fernando comincia dalla partenza dello ammiraglio dall’Isola della Gran Canaria e segue minuziosamente le vicende della traversata dell’Atlantico. Alla sera dell’11 ottobre del 1492 il marinaio Roderigo De Triana avvista per primo, da bordo della “Pinta” che s’era spinta avanti essendo più veloce delle altre, una scura striscia all’orizzonte e lancia il suo grido famoso: “Terra, terra”. È notte ormai e si decide di gettare le ancore e attendere il giorno per l’ultimo atto dell’impresa: lo sbarco. Ma ecco come descrive Fernando il grande momento:

“Venuto adunque il giorno videro che era un‘isola di15 leghe (1) di lunghezza, piana, e senza montagne, piena di alberi molto verdi e di bellissime acque, con una gran laguna in mezzo, popolata da molte genti, che non con minor desiderio concorrevano alla marina tutti stupiti e meravigliosi per la vista de’ navigli credendo che fossero alcuni animali; e non vedevano l’ora di saper certo che cosa fossero. Né i cristiani men fretta avean di saper chi essi fossero: il desiderio de’ quali tosto fu soddisfatto: perciocché di subito, messi i ferri (2) nell‘acqua, lo Ammiraglio dismontò in terra con la barca armata e con lo stendardo reale spiegato.

Il medesimo fecero i capitani degli altri due navigli, dismontando nelle loro barche con la bandiera dell’impresa, ch’era dipinta d’una croce verde con una F da una parte e dell’altra avea alcuni coronati (3) per memoria di Ferdinando e di Isabella.

E, avendo tutti reso grazie a Nostro Signore, inginocchiati in terra, e baciatala con lagrime di allegrezza per l’immensa grazia ch’Egli lor aveva fatta, lo Ammiraglio si levò su e mise nome a quell’isola San Salvatore. Poi con la solennità e parole che si ricercano tolse il possesso in nome de’ Re Cattolici (4), presente molta gente della terra che vi si era ridotta (5): e per conseguenza i cristiani accettarono lui per Ammiraglio e Viceré e gli giurarono ubbidienza, come a colui che già rappresentava la persona delle Loro Altezze, con tanta allegrezza e piacere quanto di così fatta vittoria era giusta cosa che avessero; chiedendogli tutti perdono delle ingiurie che per la lor paura e incostanza gli avevano fatte (6). Alla qual festa e allegrezza essendo concorsi molti indiani e vedendo l’Ammiraglio che era gente mansueta, quieta, e di grande semplicità donò loro alcuni cappelletti rossi e corone di vetro le quali essi si mettevano al collo; e di altre cose di poca valuta, che da lor furono stimate assai più chase fossero state pietre di molto prezzo”.

(1) lega: misura di lunghezza che varia, a seconda dei paesi, da 4 a 6 Km: qui si deve però intendere lega marina, pari a 5 Km e mezzo _
(2) ancore
(3) stemmi
(4) re cattolici: i re spagnoli
(5) che era venuta sul posto
(6) allusione al malcontento e alla sfiducia che, durante la traversata, s’erano impadroniti dell’equipaggio.


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