CURARSI CON LA CICORIA

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LA CICORIA

Innegabilmente, ci sono delle orchidee esotiche di una bellezza stupefacente. Anche nelle nostre contrade però, a chi sa guardarsi intorno, la natura offre delle meraviglie. Io, personalmente, non sento il bisogno di cercare la bellezza delle piante nelle foreste tropicali; per esempio, a mio giudizio, non esiste un fiore che sia di un azzurro più sconcertante e più bello di quello della cicoria. È un azzurro che ricorda stranamente la luminosità dei cieli dei pittori nordici, dei cieli di un Vermeer, per esempio…

Se tutte le cicorie sono amare come la sconfitta, non commetteremo l’errore di confondere la specie coltivata con la specie selvatica; la specie coltivata deriva da un ceppo mediterraneo che attraverso selezioni successive ci ha dato tutte le vere indivie, le cicorie arricciate e le varie scarole.
Non è il caso di dilungarsi sulle differenti caratteristiche di queste insalate e sul loro valore alimentare: stimolano le funzioni digestive e, pur essendo povere di vitamine (le indivie sbiancate al buio, ne sono praticamente sprovviste), le raccomando come toniche, diuretiche e benefiche per lo stomaco sempreché il loro effetto non sia compromesso da un uso esagerato di senape e di aceto; attenzione ai condimenti, quindi!!
La cicoria selvatica detta anche radicchio, cicoria amara o cicoria comune, si riconosce dalla grossa radice fusiforme a fittone, dai gambi ruvidi, dalle lunghe foglie frastagliate e dai capolini di fiori del più splendido azzurro. La specie fiorisce da luglio a settembre e raggiunge un metro d’altezza.
Gli antichi le attribuivano poteri curativi per il fegato. Era ben nota nell’Egitto dei Faraoni; il greco Dioscoride la considerava un tonico dell’apparato digerente e il collega Galeno se ne serviva per combattere le malattie degli occhi e gli avvelenamenti.
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Troviamo la cicoria selvatica nei luoghi asciutti, sul ciglio delle strade, nei terreni incolti e sui terrapieni. Viene coltivata, talvolta per le foglie, sotto il nome di barba di frate, indivia belga o witloof e per la sua radice che viene torrefatta e che può servire come un surrogato o un additivo del caffè (che prende allora un colore molto scuro).
Per parte mia, considero la cicoria un buon antidoto contro i disturbi del fegato: itterizia, coliche, disfunzioni della cistifellea e tutte le infezioni derivanti dal cattivo funzionamento di questa vera fabbrica di prodotti chimici del nostro organismo (favi, foruncoli, eczemi).
La pianta, inoltre, depura nel suo insieme l’apparato digerente e il sistema urinario (è stomachica, lassativa e diuretica); può essere prodigiosa in molti casi di stitichezza, di ritenzione delle urine e di edema.

È abbastanza efficace per combattere alcune affezioni della pelle. È febbrifuga, tonica e vermifuga: nel 1600 il buon Oliviero de Serres non diceva forse che “lo sciroppo di cicoria col rabarbaro elimina i parassiti”?

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Raccolta

Tralascio di dilungarmi sulla cicoria coltivata, nelle sue diverse varietà; mi limito a consigliarvi di coltivarla voi stessi, escludendo categoricamente l’uso di concimi chimici e di pesticidi.
Della cicoria selvatica utilizzerete tutta la pianta: raccoglierete le radici in autunno, le foglie e i fiori subito prima della fioritura (agli inizi di luglio), i semi a fine settembre e li conserverete in un sacchetto di carta.
La radice la farete essiccare al sole o in un forno di essiccazione dopo averla tagliata per il lungo.
Le foglie e i fiori li conserverete distesi all’ombra. Potrete utilizzare i semi quasi subito; vi consiglio però di conservarne una parte per potervi fare una piccola piantagione di cicoria selvatica; i semi mantengono il loro potere germinativo per anni e non richiedono che un suolo asciutto e profondo per nascere.

L’epoca della seminagione non ha importanza.

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Preparazione e impiego

INFUSO E DECOTTO di foglie (fresche o secche): mettete 5 o 6 foglie intere in un litro d’acqua. (2 tazze al giorno.)
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INFUSO E DECOTTO di fiori: mettete una piccola manciata di fiori secchi in un litro d’acqua. (2 tazze al giorno, a digiuno.)
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INFUSO E DECOTTO di semi: mettete 10 pizzichi di semi in un litro d’acqua. (1 tazza al giorno, al mattino.)
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INFUSO E DECOTTO di radice secca: mettete la metà di una grossa radice tritata in un litro d’acqua. (Una tazza al giorno prima del pasto di mezzogiorno.)
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BAGNI ALLE MANIE PEDILUVI contro tutte le affezioni del fegato e la stitichezza: misurate mezza manciata di una miscela di foglie, fiori, semi e radici per litro d’acqua (2 bagni al giorno.)
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IMPACCHI contro le affezioni della pelle, foruncoli, favi, ecc.: preparate un decotto di radici e di fiori nella misura di una manciata per litro d’acqua.
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SCIROPPO (vermifugo e contro la stitichezza per i bambini): spremete un bicchiere di succo di cicoria fresca; fatevi sciogliere 250 grammi di zucchero; riducete a fuoco lento per 5 o 10 minuti. (2 cucchiaini da caffè al giorno.)

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ERBE MEDICINALI – FITOTERAPIA

ABCDEFG – H – I – J – KLMNOPQRST – U – V – W – X – Y – Z

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ATTENZIONE: Tutte le notizie e curiosità contenute in questo pagina hanno esclusivamente scopo informativo e non intendono sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.