LA CIVILTÀ MAYA

L’antico mondo dei Maya

La fine del secolo scorso  ha permesso, con la decifrazione dei glifi, di conoscere in modo nuovo l’antico mondo dei maya. Ma resta ancora tanto da esplorare: quattrocentomila chilometri quadrati di foreste e savane racchiudono tuttora misteri e tesori d’arte.

Il territorio

La civiltà maya si è sviluppata su un’area poco più estesa dell’Italia, della Svizzera e dell’Austria tutte insieme, ossia poco più di quattrocentomila chilometri quadrati. nella parte meridionale della Mesoamerica, in un territorio che comprende il Messico meridionale. il Belize, alcune zone del Guatemala, dell’Honduras e del Salvador. In realtà, questo territorio ha caratteristiche assai differenziate per cui lo si può suddividere in tre aree.
La zona meridionale – con le alte terre del Guatemala, le parti orientali dello stato messicano del Chiapas e quelle occidentali dell’Honduras e del Salvador – ha un ricco manto vegetale di conifere, con piogge tropicali da giugno a ottobre, e un clima sostanzialmente temperato. I terreni spesso vulcanici e le valli estese hanno favorito un’agricoltura a base di mais, fagioli e zucca. Vi si produceva anche il prezioso cacao.

La zona centrale, con il Belize e i dipartimenti guatemaltechi di Izabal e La Verapaz oltre al Petén, confina a sud con la Sierra de Chiapas e a occidente con le pianure di Campeche e del Tabasco in Messico. Questi territori hanno un clima caldo e appartengono in gran parte al bacino del fiume Usamacinta; ci sono laghi e lagune, le precipitazioni vanno diminuendo procedendo verso il settentrione e le foreste tropicali cedono il passo prima a pini e roveri poi al tipico chaparral.

La zona settentrionale è quella della penisola dello Yucatan, immensa pianura interrotta da basse colline come quelle di Puuc. Il clima assai arido o semiarido e il terreno calcareo rendono preziosa l’acqua che si raccoglie nei tipici cenotes, vale a dire buche circolari, anche di notevoli dimensioni, formatesi per il crollo delle volte di grotte sotterranee e piene dell’acqua filtrata dal terreno calcareo. .

Le tre zone hanno quindi una forte differenza climatica e ambientale, con vegetazione e condizioni di vita diverse.

Periodizzazione della civiltà maya

Sulla periodizzazione della civiltà maya vi sono ipotesi diverse, soprattutto per i tempi più antichi. Il periodo pre-classico, che qualche studioso preferisce definire epoca formativa, è suddiviso in ”iniziale”, che alcuni fanno iniziare dal 2000 a.C. e altri verso il 1500 a.C.; ”medio”, per alcuni dal 1000 al 500 a.C. e per altri dall’800 al 300 a.C.; e infine quello “tardo”, per alcuni dal 300 a.C. al 300 d.C.. mentre altri preferiscono suddividerlo in ultima tappa formativa, dal 300 al 152 a.C. e protoclassica, dal 150 al 300 d.C. La grande fioritura della civiltà maya è chiamata classica e va dal 300 al 905 dell’era cristiana. Il periodo post-classico, che va dal 900 fino alla conquista spagnola, è diviso a sua volta in ”iniziale” (900-1200) e “tardo” (1200-1520).

La civiltà classica dei maya

La civiltà classica dei maya è l’unica cultura dell’America precolombiana che abbia usato la scrittura. Grazie agli straordinari progressi compiuti nel decifrare i glifi durante gli ultimi anni de secolo scorso è possibile leggere la storia scolpita sui monumenti maya. Nelle pianure del Petén e dello Yucatan per sei secoli fiorirono grandi centri monumentali con torreggianti piramidi-templi di pietra rivestite di stucco, con edifici di molte stanze definiti ”palazzi”, con camere coperte da volte a ”falso arco”, con strade rialzate che collegavano vari edifici, con sferisteri in muratura, con iscrizioni monumentali, con sepolture molto curate sotto gli edifici, accompagnate da ricche offerte e, in qualche caso, da sacrifici umani.
Durante il periodo classico (300-900) i maya delle alte terre si differenziarono notevolmente dagli altri perché non usarono più la scrittura e l’architettura in pietra.

La civiltà del tardo periodo classico

Fino a cinquanta anni fa si ipotizzava che la civiltà maya classica delle pianure meridionali costituisse uno stato unitario, un ”impero”. In realtà, le più recenti scoperte e decifrazioni illustrano uno scenario di grande frazionamento politico, paragonabile alle città-stato sumere,  greche o etrusche. Sembra che i maya fossero in uno stato di guerra continua e che l’obiettivo principale fosse la cattura di prigionieri di rango elevato per sacrificarli dopo prolungate torture.
Per la classe dominante maya, formata da aristocrazie, era importante la definizione delle genealogie e delle divinità protettrici delle famiglie che avevano dato vita alle dinastie principesche. Anche per i maya, come per le altre civiltà mesoamericane, i sovrani discendevano direttamente dagli dei.
Conservando nel loro corpo l’essenza degli antenati sovrannaturali, i sovrani dovevano perciò spargere il loro sangue in riti particolari.

Nel tardo periodo classico la civiltà maya raggiunge il suo apogeo nell’area centrale del Petén, nel bacino dell’Usumacinta e, infine, nell’Honduras occidentale. I centri si formano per successiva aggregazione ed è difficile stimarne la densità demografica: le valutazioni per la città di Tikal, per esempio, variano da 20.000 a 125.000 abitanti.

Il crollo della civiltà maya

Alla fine del IX secolo d.C., una straordinaria trasformazione, di carattere catastrofico, determina l’estinzione della civiltà maya nell’area centrale: i centri vengono abbandonati e solo nel settentrione, nel Puuc, continuano a essere occupati. Varie ipotesi sono state formulate per spiegare questo improvviso e totale crollo ma risultano, per ora, insoddisfacenti.

Alcuni gruppi di aristocratici provenienti dall’area centrale sembra che si siano insediati nello Yucatan settentrionale: con essi comincia in quest’area l’ultima fase della civiltà maya, notevolmente trasformata.
Nell’area centrale rimasero solo piccoli gruppi regrediti a forme nomadiche, mentre nell’area meridionale si erano ormai infiltrate da molto tempo i Pipil, genti messicane.

I toltechi e la fine dei maya

Mentre sopravvivevano i centri maya nello Yucatan, verso la fine del X secolo le lotte civili dei toltechi di Tula spingevano la parte vinta a emigrare. Arrivò così Quetzalcoatl, il “serpente piumato”, chiamato dai maya Kukulkàn, che fece di Chichen Itzà la propria capitale dando vita a una città ibrida, maya-tolteca.
Le vicende successive vedono la fondazione di una nuova città, Mayapàn, e il formarsi di una lega: per due secoli fiorì una cultura che recuperava aspetti delle due civiltà, quella maya e quella tolteca. Flagelli naturali ed epidemie si susseguirono nel corso del XV secolo nello Yucatan, fino a quando apparvero i conquistadores.

L’ordinamento politico e sociale

La società maya era divisa in classi: il potere era nelle mani di un’aristocrazia privilegiata, di nobili almehen, “quelli la cui discendenza in entrambe le linee e conosciuta”, e di sacerdoti ah kin, che esprimevano le dinastie principesche; il resto della popolazione si chiamava yalba unicob, uomini inferiori, i contadini, che coltivavano collettivamente le terre per la comunità; i nobili e i sacerdoti si chiamavano macehuales ed erano considerati superiori agli yalba unicob.

Anche i commercianti e i guerrieri nel periodo classico erano considerati parte del gruppo inferiore, ma sembra che abbiano successivamente acquisito una posizione sempre più elevata. Al livello più basso c’erano gli schiavi – poentacoaò – tali per nascita o ridotti in tale condizione per punizione o per esser prigionieri di guerra o orfani. Nobili, sacerdoti e scribi erano anche i detentori della cultura. All’epoca della conquista, a capo della città-stato vi era lo halac-uinic , “il vero uomo”, che talvolta era anche il primo sacerdote.

Pagine del codice di Parigi, uno dei pochi libri maya sopravvissuti

Aspetti dell’economia

Dal punto di vista tecnologico la civiltà maya era all’età della pietra , anche se a partire dal X secolo conobbe i metalli: infatti, venivano utilizzati quasi esclusivamente per gli ornamenti. Gran parte degli utensili erano di pietra scheggiata e finemente levigata. La fauna e la flora offrivano un gran numero di materie prime, dal materiale per costruzione ai coloranti delle fibre tessili… Giada, pirite, ossidiana, alabastro, cinabro e altri minerali erano conosciuti e usati.
L’agricoltura veniva esercitata con la zappa, usando la tecnica del diboscamento a rotazione, dell’irrigazione e forse degli orti galleggianti. Erano così coltivati, oltre ad altre piante, mais, fagioli e zucche.
Prodotti spontanei, caccia e pesca, integravano l’alimentazione degli antichi maya. Il commercio era molto importante, sia quello terrestre sia quello marittimo. Artigiani specializzati e raffinatissimi erano inoltre impegnati nei grandi centri cerimoniali.

Aspetti della religione

Nelle epoche più antiche le pratiche religiose dei maya erano connesse alle forze della natura che influivano in modo preponderante nella vita quotidiana: il sole, la luna, la pioggia. La terra era concepita come piana e quadrata. Il cielo era sorretto da quattro Bacab, specie di Atlanti. Il cielo era diviso in tredici livelli cui corrispondeva una divinità, mentre il mondo inferiore ne aveva nove. La Terra era il dorso di un coccodrillo che riposava in un lago pieno di gigli e il Cielo era un serpente con due teste. Le divinità citate da un testo del XVIII secolo sono 166, mentre i codici anteriori alla conquista ne citano poco più di 30.
In alcune fonti si parla di un unico Dio Hunab-Ku, incorporeo e onnipotente, ma il dio supremo era considerato Itzamà, che con sua moglie IX Chel aveva generato tutti gli dei. Ah Kinchil era il dio del Sole. Gli dei della pioggia tempestosa erano i quattro Chao. Vi erano divinità per ogni attività, dai guerrieri agli apicoltori, dai tatuatori ai cantanti… .
La religione e i centri cerimoniali erano diretti da una casta sacerdotale, probabilmente ereditaria, detentrice delle conoscenze soprattutto per quanto concerne il calendario e l’astronomia. I riti erano organizzati secondo il calendario e particolarmente importanti erano i sacrifici umani, soprattutto dopo la conquista tolteca, giacché in precedenza le vittime erano soprattutto criminali. Si sacrificavano i prigionieri, gli schiavi e, soprattutto, bambini orfani o bastardi, comprati a questo scopo.
(Ugo Barlozzetti)

Scultura di uno scriba di Copán, Honduras (Fonte Wikipedia)

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LA CIVILTÀ MAYA

CHICHÉN ITZÁ – LA CITTÀ DEI MAYA

TIKAL – ANTICA CITTÀ MAYA

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