IL GREMBIULE ROSSO – Alberto Vigevani

IL GREMBIULE ROSSO

Introduzione

Aneddoti personali

Recensione(Mondadori Editore, 189 pagine

Come i precedenti romanzi dell’autore,  anche questo è ambientato a Milano, nei palazzi cittadini e nelle ville di campagna dell’alta borghesia lombarda. Protagonista è Giulio, uno degli eredi di una ricca dinastia industriale, la cui storia viene raccontata da un libraio antiquario. Giulio è un personaggio strano, nevrotico, che parla in modo allucinante e allucinatorio. Fra l’antirquario e Giulio si stabilisce un bizzarro e pur solidale rapporto di amicizia, perché il primo non riesce a respingere il fascino di quella presenza “dinastica” e il secondo tenta di coinvolgere l’amico nel segreto della sua esistenza di nevrotico, segreto che verrà svelato solo alla fine e che riguarda una patetica storia d’amore. “Il grembiule rosso” ricorda a Giulio la fanciulla che ha amato in segreto e che è stata colpita da una morte precoce (da qui il suo irragionevole rimorso e il senso di frustrazione). Questo sentimento cosi struggente, ma morto sul nascere, condurrà Giulio all’amore “senza condizioni” per la moglie sprezzante e seducente. Intorno a Giulio e al suo amico ruotano tutti gli altri personaggi del romanzo: il fratello del protagonista, la moglie, l’ambiguo portinaio Ermanno, l’untuoso professor Becchioli, la grottesca Beba e altre figure di secondo piano (si intravvede persino l’ex sindaco di Milano, Bucalossi). Il romanzo diventa così un affresco di una certa società borghese, nella quale sembra non esserci posto per rampolli troppo sensibili, ma più intelligenti e umani, come è in definitiva Giulio.

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