LA VITA E LE AVVENTURE DI ROBINSON CRUSOE – Daniel Defoe

LA VITA E LE AVVENTURE DI ROBINSON CRUSOE

Daniel Defoe (Stoke Newington, 1660 – Moorfields, 24 aprile 1731) è stato uno scrittore e giornalista britannico. Viene frequentemente indicato come il padre del romanzo inglese e ricordato soprattutto per essere l’autore di Robinson Crusoe.

Recensione

Molte generazioni di ragazzi hanno letto questo libro famoso, ma purtroppo sempre in edizioni mutilate o rifatte maldestramente. E si è anche verificato un altro fenomeno (si sta ancora verificando) che ha impedito di apprezzare il libro nel suo giusto valore il fenomeno è questo: leggendo le avventure di Robinson in età giovanissima, gli adulti ne hanno in seguito un’idea approssimativa. Restano nella memoria gli episodi più strani e fantastici, questo è vero, e resta il particolare sapore della straordinaria esperienza robinsoniana; ma va inevitabilmente perduto il significato di quella esperienza. Ora, è proprio questo significato che trasforma il libro di Daniel De Foe in un caposaldo della letteratura europea.
Che cosa ha voluto “significare” De Foe scrivendo le avventure di Robinson? Si pensi all’Inghilterra del 1719 (data di uscita del romanzo). È un’Inghilterra lanciata alla conquista del mondo, conscia della sua potenza economica e della sua coesione nazionale. La società inglese è investita dai primi fenomeni di massificazione; la gente è avida di fare carriera a colpi di denaro. È avida anche di “conoscere”.
Non a caso DeFoe era un brillante giornalista, che sfornava i suoi “prodotti” a misura dell’uomo inglese di quel tempo. Detto con parole moderne, De Foe cercava il consenso del nuovo pubblico. “È da questa stessa ricerca che nasce il romanzo”, leggiamo nella presentazione. “Esisteva infatti a quell’epoca un altro genere di letteratura popolare, in connessione con l’interesse del pubblico per la scoperta geografica e l’espansione della potenza britannica nel mondo attraverso i mari. Possiamo considerare la scoperta geografica come la “fantascienza” di allora, dove al posto dei marziani si trovano i cannibali, e ogni viaggio rappresenta un’avventura imprevedibile per le tempeste, gli assalti dei pirati, gli sbarchi in paesi dalla fauna e dalla flora sconosciute, o per la rapida fortuna che un carico di merci arrivato a destinazione, e venduto, può procurare. Le avventure per mare o in paesi lontani, suscitavano quindi un grandissimo interesse in Inghilterra…”.
Dunque, il iato mercantile è la molla che fece scattare nei lettori inglesi l’interesse per Robinson. Ma ci fu un’altra molla, più subdola, più sotterranea: Robinson rappresentava il desiderio dell’Inghilterra di colonizzare l’intero mondo. E sta proprio qui il significato profondo del libro.

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