SUN RECORDS

LA SCUDERIA SUN

Union Avenue 706 di Memphis rappresenta per il rock un indirizzo importante. È qui infatti, in un minuscolo studio di registrazione con ufficio annesso, che Sam Phillips inventò la Sun Records, l’etichetta fondamentale per la nascita del rock’n’ roll e l’affermazione di artisti come Elvis Presley, Carl Perkins, Jerry Lee Lewis, Johnny Cash e altri ancora.
Proprietario, produttore, testa pensante, tecnico di sala, factotum, Sam Phillips proveniva dall’Alabama ed era destinato a diventare un brillante avvocato se alcuni fatti della vita non l’avessero coinvolto nel business musicale. Dopo aver lavorato per alcune radio del Sud, nel 1945 mise in piedi la Memphis Recording Service, aprendo un piccolo studio di registrazione e iniziando a lavorare per conto terzi incidendo gruppi e solisti di jazz e di blues.
Fu una naturale e inevitabile conseguenza del suo lavoro l’idea di costituire una propria etichetta e sfruttare l’esperienza acquisita lavorando per le altre compagnie discografiche; nel ’52 nacque così la Sun e nel lavoro si associò anche il fratello Judd occupandosi soprattutto della promozione. I primi dischi della Sun furono prodotto di blues e rhythm’n’blues, ma Phillips si rese ben presto conto che avrebbe dovuto cambiare indirizzo se voleva incontrare il favore di un pubblico più ampio ed aspirare a qualcosa di più che non al ruolo di piccola etichetta locale.
Una possibilità in questo senso poteva essere la country music, espressione artistica in crescendo in tutto il Sud degli States. Il primo disco Sun di questo genere fu Silver Bells dei Ripley Cotton Choppers, un gruppo che vestiva come Tom Mix e cantava melodie western.
Nell’aprile del 1954 Troublesome Waters di Howard Seratt fu il primo disco Sun a scalare considerevolmente le classifiche country e ad imporre il nome dell’etichetta con il galletto. Ma ancora Phillips non doveva essere soddisfatto e tenne aperte alcune strade differenti: una di queste prevedeva addirittura un gruppo di carcerati, i Prisonaires, che registravano mentre i poliziotti di scorta aspettavano in un bar vicino. La prima indicazione di quel suono nuovo che Phillips stava ricercando venne nel luglio del 1954 quando entrò nel piccolo studio il grande Elvis Presley, il ragazzo con la voce da nero che con la Sun realizzò cinque singoli acquistando una buona popolarità locale tanto che lo notò anche la RCA e nel novembre del ’55, comprati tutti i nastri incisi da Phillips, lo lanciò definitivamente in tutta la nazione. Quei brani registrati per la Sun (That’s All Right,  Forgot To Remember To Forget, Milcow Blues Boogie ecc.) rimangono la dimostrazione del fiuto di Phillips nello scovare nuovi talenti e nel farli maturare anche con idee originali come il famoso tour di concerti nel quale Presley, Perkins e Cash si esibirono insieme.
Ma il caso di Presley confermò a Sam Phillips come per una piccola indipendente etichetta discografica fosse ancora più importante avere il grosso successo da milione di copie per non dover subire i ricatti della distribuzione e lo scontro con le “majors”. E il successo puntuale arrivò. Proprio la partenza di Presley favorì l’affermazione di Carl Perkins, un ragazzone del Tennessee non dotato dello stesso carisma di Elvis ma di buon talento vocale; dopo i primi brani Sun in stile country, Perkins incise nel 1956 Blue Suede Shoes che divenne un “hit” stratosferico e sembrava dover portare l’autore e l’etichetta nel paradiso del mondo discografico americano. Invece, proprio mentre si apprestava a partecipare allo “Ed Sullivan Show” e al “Perry Como Show” (trasmissioni che dovevano confermarlo nel suo successo) un grave incidente automobilistico lo mise fuori per alcuni mesi; al suo ritorno non trovò più una canzone altrettanto fortunata e si mantenne su livelli di rendimento medio.

A raccogliere il testimone di alfiere della Sun fu a questo punto Jerry Lee Lewis con una serie impressionante di singoli di successo come Whole Lotta Shakin’ Goin’ On, Great Balls Of Fire, High School Confidential che lo portarono a rivaleggiare in popolarità con lo stesso Presley. Poi lo scandalo e Phillips vide ancora una volta sfumare la possibilità di entrare nel giro delle grandi.

Il quarto grande artista della Sun fu comunque Johnny Cash, uno squadrato “country singer” dell’Arkans’as che non si avventurò mai troppo nel terreno rock’n’roll, ma conquistò parecchie volte le posizioni alte delle classifiche “country’n’western” con le sue ballate che esprimevano soprattutto, il disagio di una civiltà agricola alle prese con la realtà urbana. Nel ’58 firmò un contratto d’oro con la Columbia e Phillips si ritrovò anche senza il suo ultimo cavallo di razza.
Non mancarono però altri buoni musicisti nella scuderia Sun, gente che, pur poco conosciuta oggi, diede il suo contributo alla nascita del rock’n’roll: Billy Lee Riley, Roy Orbison, Sonny Burgess, Warren Smith.
Nel 1960 Phillips apri uno studio più moderno a Memphis e l’anno successivo anche a Nashville. Aveva intanto costituito la Phillips International e le due etichette continuarono a lavorare ma con sempre meno successo.
Nel ’63 la Sun cessò l’attività e Phillips mise in vendita tutto il repertorio. A intuire l’affare fu Shelby Singleton, un discografico che acquistò i diritti di sfruttamento dei nastri e iniziò un attento lavoro di ripubblicazione del catalogo (con lo scoop del Million Dollar Quartet) ottenendo un grande successo e consegnando alla storia una fetta importante di cronaca musicale, cosi come Sam Phillips l’aveva registrata.

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