LA TEMPESTA – GIORGIONE

LA TEMPESTA (1505 circa)
GIORGIONE (1478 circa – 1510)
GALLERIA DELL’ACCADEMIA, VENEZIA
Olio su tela cm 82 x 73

.

È uno dei rari dipinti di Giorgione che la critica ha sempre e unanimemente accolto come autografo, sebbene restino tuttora discordi le opinioni sull’iconografia e sulla datazione dell’opera. L’esame radio grafico ha rilevato che in un primo momento Giorgione aveva concepito un secondo nudo femminile al posto del giovane in primo piano. Questa scoperta rafforzerebbe il parere di coloro che ritengono la composizione frutto della fantasia dell`artista, espressione istintiva di un suo stato d’animo.
Resta comunque difficile credere che La Tempesta, come altri misteriosi dipinti di Giorgione, non siano frutto di quel raffinato clima umanistico della Venezia della fine del Quattrocento, che andava appunto cercando soggetti ermetici, comprensibili solo da pochi iniziati. Il significato enigmatico dell’opera rende ancor più affascinante la tela che, eseguita probabilmente poco dopo il 1505, realizza la pienezza del linguaggio di Giorgione dando corso alla pittura in senso moderno.

I personaggi sono come macchie nel paesaggio e vi occupano un posto non più importante di quello che spetta alla natura. Nel preciso istante che precede la bufera, preannunciata dal fulmine che squarcia le nubi, tanto l’ambiente quanto l’uomo vivono attimi di incantata armonia.

L’opera fu dapprima in casa del veneziano Gabriele Vendramin, dove rimase per lo meno fino al 1569. Nel 1856, sempre a Venezia, si trovava a far parte della collezione Manfrin e nel 1875 fu scelta per il Museo di Berlino. Dichiarata dal governo italiano opera non esportabile, fu comprata dal principe Giovannelli per 27.000 lire. Nel 1932 passò dagli eredi del Principe alla Galleria dell’Accademia, che l’acquistò.

.

L’adorazione dei Pastori, Washington, National Gallery

.

Le interpretazioni

Nel 1530 l’opera veniva descritta come “pezzetto di tela con la tempesta, zingara e soldato”, ma come altri quadri dello stesso autore ebbe interpretazioni controverse. Chi l’ha creduta allegoria della natura, suscettibile di improvvisi mutamenti, chi il ritrovamento di Mosè, o l’infanzia di Paride, chi ancora allegoria della Fortuna, della Forza e della Carità, chi, infine, ha riferito alle figure i personaggi di Adamo ed Eva. Nel 1569, Marcantonio Michiel, nell’inventario della collezione Vendramin da cui, con alterne vicende, il quadro giunse alla Galleria veneziana nel 1932, lo definisce “rappresentazione di Mercurio e Venere”.

.

Autoritratto come David (1509 circa), Braunschweig, Herzog Anton Ulrich Museum

VEDI ANCHE . . .

1 – GIORGIONE – Vita e opere

2 – GIORGIONE – Vita e opere

VENERE DORMIENTE – Giorgione e Tiziano

CONCERTO CAMPESTRE – Tiziano Vecellio … o GIORGIONE ?

PALA DI CASTELFRANCO – Giorgione

GIUDITTA CON LA TESTA DI OLOFERNE – Giorgione

TRE FILOSOFI – Giorgione

RITRATTO DI VECCHIA – Giorgione

RITRATTO DI GIOVANE DONNA (LAURA) – Giorgione

RITRATTO DI GIOVANE UOMO (Ritratto Giustiniani) – Giorgione

CRISTO PORTACROCE – Giorgione

TRAMONTO – Giorgione

LA TEMPESTA – Giorgione

MADONNA CHE LEGGE – Giorgione

ADORAZIONE DEI MAGI – Giorgione

.