IL NOCE
Il noce è veramente un albero regale: così lo chiamavano gli antichi greci. I romani lo dedicarono al padre degli dei, a Giove stesso (il nome Juglans, che i botanici gli attribuiscono, deriva da Jovis glans, “glande di Giove”).
Non starò qui a dilungarmi in descrizioni di questa pianta ammirevole, alta fino a 25 metri, ricca di grandi foglie composite, che fiorisce in aprile-maggio e i cui frutti maturano in autunno e sono racchiusi da un involucro spesso, verde brunastro, chiamato mallo.
“Cosa c’è da vedere all’interno di una noce?”.
C’è da vedere un frutto tutto rugoso e frastagliato… La noce è ricchissima di sostanze nutritive; potete mangiarla ancora verde estraendola dal guscio con un coltello, oppure matura quando ha il valore nutritivo di un buon formaggio.
È ricca di vitamina B, di proteine, di grassi e di zuccheri assimilabili, quindi poco dannosa per i diabetici. Essiccata è molto meno digeribile perché i grassi vi si concentrano maggiormente con l’andare del tempo e in seguito rischia di procurare irritazioni del sistema digerente.
L’olio della noce è ottimo in cucina anche se, di questi tempi, sta diventando proibitivo.
Mangiate noci! Mettetene nell’insalata, nei dolci, ma mangiatele fresche: solo fresche vi daranno tutte le loro vitamine e non faranno brutti scherzi agli stomaci delicati.
Le infiorescenze hanno un’attività vasocostrittrice sui capillari: sono particolarmente indicate per curare emorragie, ferite, mestruazioni troppo abbondanti, emorroidi, diarree e dissenterie.
La corteccia è vermifuga.
Le foglie e il mallo hanno una vasta gamma di virtù: la loro amarezza e le proprietà astringenti li fanno raccomandare per curare gli stessi disturbi per i quali usiamo le infiorescenze (emorragie, diarree, ecc.).
Le foglie, fresche o in infuso, scacciano gli insetti parassiti o non graditi (pulci, cimici, tarme, pidocchi, formiche ed altri), sono toniche, guariscono le ulcere, gli eczemi, le infezioni degli occhi, le afte, i foruncoli e gli ascesi.
Sono fra i più efficaci rimedi contro le perdite bianche e sono favolosamente vermifughe e aiutano la guarigione della tubercolosi.
Infine sono ipoglicemiche (cioè abbassano il tasso di zucchero nel sangue) e quindi le raccomando ai diabetici.
Raccolta
Staccate la corteccia dai ramoscelli giovani del noce e raccogliete la linfa in primavera, quando la natura si ridesta. Alla stessa epoca, cogliete le infiorescenze ed essiccate le gemme. Attenderete il mese di luglio, quando saranno sature di principi attivi, per cogliere le foglie. Il mallo lo raccoglierete alla caduta dei frutti, lo pulirete e Io farete essiccare all’ombra (col tempo si annerisce).
Preparazione e impiego
Uso esterno (bagni, lozioni, impacchi): misurate una quindicina di foglie per litro d’acqua.
Uso esterno: 2 manciate per litro.
Uso esterno: 4 cucchiaini da caffè per lozioni o impacchi in un decotto d’achillea millefoglie o d’arnica.