L’ADORAZIONE DEI MAGI – Albrecht Dürer

L’ADORAZIONE DEI MAGI (1504)
Albrecht Dürer (1471–1528)
Olio su tavola cm 160 x 114
Galeria degli Uffizi, Firenze

Il quadro è stato dipinto dopo il primo viaggio di in Italia. I suoi moduli nordici sono qui addolciti da un colore più vivo, certamente acquisito dalla pittura veneta. Letterato e studioso di architetture militari come Leonardo, arrocca, nello sfondo dell’opera, un turrito castello, come forse ebbe modo di vedere in un paesaggio italiano. I monumenti in rovina simboleggiano il mondo pagano che crolla alla venuta del Messia. La composizione centrale si limita alla Madonna, seduta su una macina di mulino, di profilo come Gesù, e ai tre Re Magi. Il più anziano di questi, come nell’iconografia classica, è il più vicino al Bambino ed è l’unico ad aver deposto ai suoi piedi la corona. Nella saggezza senile ha compreso l’inutilità della gloria e della vanità umana. Il garofano che spunta da una connettitura della macina insieme alla farfalla posata sulla sommità della stessa hanno un significato simbolico; così come la farfalla si libera dalla crisalide, così l’anima umana dopo la morte ascende al cielo. Il garofano è simbolo del sacrificio di Cristo. Rappresentandoli insieme l’artista ha voluto evocare la redenzione dell’uomo resa possibile dalla passione del Salvatore.

Il dipinto venne commissionato dal principe Federico il Saggio di Sassonia, uno dei più grandi mecenati dell’epoca, per la cappella del Palazzo di Wittenberg, dove rimase fino agli inizi del XVII secolo. Nel 1603 passò alla Galleria imperiale di Vienna; nel 1793 fu trasferito agli Uffizi in cambio della Presentazione al Tempio di fra’ Bartolomeo. Esiste un altro disegno di Dürer con lo stesso soggetto, eseguito in epoca più tarda.

Il corteo dei Magi

Nell’arte italiana e fiamminga la rappresentazione dell’Adorazione dei Magi è sempre stata un’occasione, per i pittori, di raffigurare lo sfarzo e lo splendore di una corte principesca. I tre Re Magi venuti dall’Oriente sono infatti spesso seguiti, nell’iconografia più comune, da un lungo corteo di notabili e servitori che fanno sfoggio di abiti lussuosi. Nell’arte tedesca queste magnifiche raffigurazioni sono invece più rare, e si trovano unicamente negli artisti che maggiormente hanno risentito dell’influsso dell’arte dei Paesi Bassi. Anche Dürer, nella sua Adorazione del Magi limita il seguito dei tre Re a un piccolo gruppo di cavalieri che attende in lontananza.

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