ALTARE PAUMGÄRTNER – Albrecht Dürer

ALTARE PAUMGÄRTNER (1502-1504)
Albrecht Dürer (1471–1528)
Tavola cm 157 x 61 (pannelli laterali), cm 155 x 126 (pannello centrale)
Alte Pinakothek, Monaco

Nel pannello centrale dell’altare è rappresentata la Natività. In primo piano si trovano San Giuseppe di spalle, calvo e barbuto, con un’ampia veste rossa, e Maria con un abito blu intenso e un velo bianco. Essi adorano il Figlio, molto piccolo rispetto a loro, dalle carni candide e circondato da vivaci angioletti. Introducono alla scena le minuscole figure dei committenti, a sinistra Martin Paumgärtner con i figli Lucas e Stephan e un vecchio non identificato, e a destra la moglie di Martin, Barbara, con le figlie Maria e Barbara. Fanno da quinta alcuni ruderi, con archi e colonne ben scalati prospetticamente verso il paesaggio sul fondo da cui compaiono due pastori impegnati in una accesa conversazione.
La Natività è affiancata da due pannelli rappresentanti rispettivamente San Giorgio con il drago e Sant’Eustachio con in mano lo stendardo con la testa di cervo e il Crocifisso, suoi attributi. Secondo la tradizione San Giorgio è il ritratto di Stephan Paumgärtner.
L’attenzione alle fisionomie, la vivacità e il realismo degli atteggiamenti (si vedano gli angeli e i pastori), le proporzioni falsate dei personaggi secondo una gerarchia di importanza, sono caratteri dell’arte nordica. Ma lo studio della prospettiva dell’insieme e la nobiltà delle figure rivelano l’attenzione di Dürer per l’alte rinascimentale italiana.

Il dipinto ora a Monaco fu commissionato a Dürer nel 1498 da Stephan e Lukas Paumgärtner per la chiesa di Santa Caterina a Norimberga. Il pittore realizzò l’altare probabilmente entro il 1504: infatti i due Santi laterali ricordano gli studi sulle proporzioni umane che l’artista faceva in quegli anni e la Natività è accostabile alla analoga composizione degli Uffizi.
Il trittico, che un tempo comprendeva anche due ali esterne con Santa Caterina e Santa Barbara oggi perdute, fu acquistato dal duca Massimiliano I presso la chiesa di Norimberga nel 1613.


L’amico Pirckheimer

Dürer era sposato con Agnes Frey, ottima moglie, brava cuoca, risparmiatrice e timorata di Dio. Ma al vivace Albrecht la compagnia di una donna buona, ma un po’ noiosa, insignificante e dall’intelligenza poco brillante, non interessava. Perciò, lasciando sola la moglie, era spesso alla ricerca della compagnia di persone originali e significative con cui avere uno scambio di idee.
Uno dei suoi amici preferiti era Willibald Pirckheimer che fu particolarmente odiato dalla gelosa Agnes: quest’uomo, viaggiatore accanito e grande studioso, aveva un carattere estroverso e focoso, capace di diventare talvolta anche blasfemo. Più volte lo stesso Dürer lo rimproverò per le sue numerose avventure sentimentali, e da Venezia gli scrisse: “Almeno fossi un bell’uomo come me. Hai talmente tanti amorazzi che per stare una volta sola con ciascuna delle tue donne non ti basterebbe un mese”.
Alla morte dell’artista, Pirckheimer dedicò all’amico alcuni epitaffi: “Albrecht Dürer dapprima ha adornato il mondo con le sue opere, ogni luogo ha arricchito con la sua arte eccellente. Non gli rimane ora che ornare il cielo con la pittura. Lasciando la terra si innalza verso le stelle”.

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