LA NOTTE DELL’AQUILA – Jack Higgins

LA NOTTE DELL’AQUILA

Jack Higgins 

L’autore ha tratto lo spunto per la sua trama da un avvenimento storico documentato, ma sconosciuto, ai più per ovvi motivi di segretezza militare. All’una esatta del mattino di sabato 6 novembre 1943, Heinrich Himmler, capo della polizia di stato e Reichsführer delle SS, ricevette un semplice messaggio: “L’Aquila e discesa”. In codice significava che un piccolo contingente di paracadutisti tedeschi, travestiti da soldati polacchi, erano scesi sulla costa orientale della Gran Bretagna, e precisamente nel villaggio di Studley Constable. La missione che il colonnello Kurt Steiner e il suo commando dovevano compiere aveva un obiettivo ben preciso: il rapimento del primo ministro inglese Winston Churchill che, secondo le informazioni ricevute, stava trascorrendo un tranquillo week-end in una casa di campagna di Norfolk, non lontano dal mare. Jack Higgins, basandosi sui pochi documenti storici di cui era riuscito a venire in possesso, ma soprattutto sfruttando la sua inesauribile fantasia, ha creato un romanzo che si svolge nei limiti della credibilità. Egli infatti immagina di capitare per caso nel piccolo cimitero di campagna di Studley Constable dove trova una lapide seminascosta sulla quale è scritto, in tedesco: “Qui giace il tenente colonnello Kurt Steiner e tredici paracadutisti tedeschi uccisi in azione il 6 novembre 1943”. Chiede schiarimenti al parroco e la sua reticenza lo insospettisce. Da buon giornalista fiuta lo scoop e cerca di saperne di più dagli abitanti del villaggio. Ricostruisce cosi i preparativi e l’esecuzione di quello che avrebbe potuto essere il piano determinante per le sorti del conflitto mondiale. Gli elementi personali e psicologici che l’autore inserisce nella vicenda trasformano i personaggi che si muovono da una parte e dall’altra del fronte bellico: non sono più semplici pedine di un gioco studiato a freddo, a tavolino, ma vivono la loro battaglia con una partecipazione che li coinvolge anche nei sentimenti e negli affetti. Alla fine sarà l’elemento fortuito, imponderabile, che farà fallire la missione. La rivelazione del parroco permette al giornalista-scrittore di ridimensionare l’avvenimento nelle sue giuste proporzioni, ma ciò non toglie che al lettore rimanga il dubbio che le cose si siano realmente svolte come Higgins le aveva immaginate.

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