RIVOLUZIONE FRANCESE – GIRONDINI E GIACOBINI

GIRONDINI E GIACOBINI

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Abolita la distinzione tra cittadini “attivi” e “passivi” e introdotto il suffragio universale, nel settembre del 1792 si tennero le elezioni per la Convenzione nazionale e i girondini, sconfitti nella capitale, riuscirono a trionfare nei dipartimenti, ottenendo la maggioranza della nuova assemblea. La Convenzione tenne la sua prima seduta il 20 settembre, giorno in cui l’avanzata prussiana veniva arrestata con la vittoriosa battaglia di Valmy. Il suo primo atto fu l’abolizione della monarchia e la proclamazione della repubblica.
Presto l’opera della Convenzione fu turbata dall’insorgere di violenti e insanabili contrasti tra i rappresentanti girondini e i giacobini, in parte dovuti ai dissensi personali tra Brissot, capo riconosciuto dei girondini, e Robespierre, dietro ai quali però sussistevano ben più profondi dissidi di “classe”. I due gruppi esprimevano infatti interessi contrapposti: l’uno quelli della borghesia possidente, l’altro quelli di uno strato sociale più eterogeneo nel quale rientrava anche la massa dei sanculotti. I giacobini furono bollati come “anarchici” e Robespierre fu accusato di mire dittatoriali. Essi erano detti anche “montagnardi”, in quanto nell’Assemblea sedevano nella parte alta, detta “montagna”.
In una posizione intermedia, tra la Gironda e la Montagna, si ponevano i deputati del “centro” che furono detti la Pianura o Palude. La risposta giacobina alla campagna diffamatoria degli avversari fu il processo contro Luigi XVI. Intentando il processo, essi costrinsero i girondini prima a tattiche dilatorie per rimandare il giudizio, poi ad affannosi tentativi per salvare la vita del re, quando apparve evidente che Luigi XVI non sarebbe potuto sfuggire a un verdetto di colpevolezza. L’ex re venne giustiziato il 21 gennaio 1793 (la regina Maria Antonietta nell’ottobre successivo) e la sua morte fece cadere anche le ultime esitazioni di paesi come la Gran Bretagna e la Spagna che sino ad allora si erano astenuti dal conflitto. La Rivoluzione francese divenne guerra europea e lotta ideologica tra vecchio e nuovo ordine, ossia tra coloro che si proponevano la difesa ad oltranza delle antiche istituzioni e coloro che aspiravano a una nuova società.

Nel novembre del 1792, la Convenzione offriva “fraternità ed assistenza” a tutti i popoli che intendessero seguire l’esempio francese e proclamarsi liberi. In dicembre veniva affermato che la Francia avrebbe sostenuto ovunque i principi universali rivoluzionari e che in tutti i territori occupati si sarebbe posto fine alle costrizioni feudali, confiscando i beni dell’aristocrazia e del clero.

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Il trionfo della rivoluzione francese: la battaglia di Valmy

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Immagine di copertina:
In primo piano a sinistra è disteso su una barella il corpo senza vita di Charles Éléonor Dufriche-Valazé che si era accoltellato nell’aula del Tribunale Rivoluzionario alla pronuncia della condanna a morte. Diverse sono le interpretazioni di questo evento leggendario, tra cui quella dipinta da François Flameng (1856-1923), intitolata Il richiamo dei Girondins, 30 ottobre 1793 o L’ultimo pasto dei Girondins, interrotto dal richiamo della ghigliottina, 31 ottobre 31 del 1793

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