RITRATTO DI GIOVANE IN UN PAESAGGIO – Hans Memling

RITRATTO DI GIOVANE IN UN PAESAGGIO (1480 circa) 
Hans MEMLING (1435 circa – 1494) 
GALLERIA DEGLI UFFIZI a FIRENZE 
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Il Ritratto di giovane in un paesaggio della Galleria degli Uffizi riassume in sé tutti i caratteri di un tipico ritratto di Hans Memling.
Il modello è posto di tre quarti verso sinistra rispetto all’osservatore e raffigurato a mezzo busto; la mano destra appoggiata sul davanzale in primo piano raccorda lo spazio interno al dipinto con quello esterno.

La figura, come in quasi tutti i ritratti del pittore fiammingo, è collocata contro uno sfondo di paesaggio, senza inquadrature architettoniche o altre precise notazioni spaziali se non i due esili alberelli simmetrici.
Questa ambientazione “en plein air”, in ameni paesaggi, dolci e umidi, dai toni chiari e azzurrini, fu inventata, o forse perfezionata, da Memling e godette di larga fortuna presso i pittori italiani del secondo Quattrocento per l’atmosfera incantata ed elegiaca che sapeva evocare.

Ritroviamo infatti questo genere di ritratto contro un paesaggio verde e ricco di acque, di tipo fiammingo, in dipinti di Ghirlandaio, Perugino, (vedi confronto), Raffaello, e di molti altri maestri italiani operanti fra il XV e il XVI secolo.

Ritratto di Francesco delle Opere (1494) – Pietro Perugino 
Galleria degli Uffizi –  Firenze 
Olio su tavola cm 52 × 44
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Altra novità introdotta da Memling è la tangibile umanità dei suoi personaggi, intensi e comunicativi rispetto all’impassibilità dei ritratti di un Van Eyck o di un Van der Weyden.
Il gran numero di ritratti che Memling ci ha lasciato è una vera e propria rassegna dei componenti l’alta borghesia di Bruges, costituita in parte da mercanti e banchieri italiani, fiorentini in particolare, e dalle loro famiglie.
Sicuramente anche il personaggio del piccolo ritratto degli Uffizi apparteneva ad una famiglia benestante, come indicano gli anelli e la veste bordata di pelliccia al collo e ai polsi.
Il dipinto fu acquistato nel 1836 presso l’abate Celotti come opera di Antonello da Messina; attribuzione suggerita probabilmente dalla posizione del modello e dalla mano scorciata sul davanzale, caratteri che ritroviamo nella ritrattistica del pittore siciliano.
Come per gran parte delle opere di Memling anche per questo quadretto è assai difficile definire una precisa cronologia.
Esposto alla mostra fiorentina del 1947 dedicata alla pittura fiamminga ed olandese con una datazione ipotetica intorno al 1470.
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