STORIA DEI PAESI FRIULANI – AIELLO DEL FRIULI

Il Castello di Aiello del Friuli

AIELLO DEL FRIULI

Dicono che la radice più lontana di questo terreno affondi in un piccolo campo, o in un piccolo podere che gli stessi romani avevano già coltivato: Agellus infatti è il diminutivo di “ager” (campo) e può essere verissimo. Siamo nella Bassa Friulana, molto vicini a quella mater Aquileia da cui partiva la colonizzazione razionale e produttiva dei terreni, per l’economia delle legioni repubblicane prima e imperiali poi. E non ha importanza se soltanto nel secolo XIII il suo nome prende consistenza negli elenchi dei patriarchi.

Per un certo periodo ha avuto legate alla sua giurisdizione, le località di Joannis, Crauglio, Tapogliano e San Vito al Torre. In data non molto precisa ebbe un castello che, forse perchè nato tardi, non può contare su antiche nobiltà o su fortunose vicende di scontri e rivalità di possesso. Passato di mano a diversi proprietari, quasi abbandonato a se stesso, divenne proprietà comune che lo usò come luogo di utilità pubblica. Ma nei campi di Agellus, o nel “fundus Agellus” sappiamo che si coltivava un vino di gran nome a Roma: quel “picinum” ricordato con largo compiacimento da Plinio. E accanto a questa testimonianza, la favolosa tradizione del “Poz d’aur di Atile”: dove gli abitanti del paese e del circondario, all’abbattersi degli Unni, avrebbero nascosto tutti i loro tesori nel 452. Nulla di più di una tradizione. Mantiene, del suo passato recente, ville di memoria e richiami veneti, con blasoni in mostra e stupendi ferri battuti, come ricordi di una radicata tradizione artigianale.

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