STORIA DEI PAESI FRIULANI – BUIA

Monte di Buja – La pieve di San LorenzoFonte immagine Wikipedia – YukioSanjo

BUIA

Frazioni: Arba, Arrio, Avilla, Camadusso, Caspigello, Codesio, Ontegnano, San Floreano, Santo Stefano, Sottocolle, Sottocostoia, Strambons, Tonzolano, Urbignacco, Ursinins Grande, Ursinins Piccolo, Pieve.
Comuni confinanti: Artegna, Colloredo di Monte Albano, Gemona del Friuli, Majano, Osoppo, Treppo Grande.

Buja, spesso Buia (Buje o Buie in friulano), è un comune italiano della provincia di Udine del Friuli-Venezia Giulia.

Castellieri e reperti dell’età del bronzo e posizione geografica sulle strade principali romane, fanno di questo centro uno dei punti di riferimento per la descrizione antropica di tutto l’arco collinare del Friuli. Parlando con quasi certezza di una fortificazione sorta ai tempi dei Longobardi, di cui si sono rinvenute tombe con ricchi corredi funebri: dopo quella di Cividale, nei dintorni di Buia si dice esista l’area più interessante per la storia longobarda. Poi viene Carlo Magno che fa dono a Buia a San Paolino nel 792 e Ottone II di Sassonia che conferma al Patriarca la stessa Buia con altri quattro castelli (tra cui Udine). E la storia di Buia, da allora é pagina aperta, anche se non interamente studiata e perfettamente conosciuta (il professore Giancarlo Menis ha riportato alla luce, negli anni ’80 del secolo scorso, nuovi e preziosi brandelli).

Una storia ricca, degna di un comune all’italiana, con i suoi Statuti del 1371, anche se non riuscì a toccare la nobiltà di sedere nel Parlamento della Patria. Nella tradizione storica del Friuli, Buia ha soprattutto spazio per la sua gente: del livello di numerosi personaggi attivi in tutti i settori di laboriosità, d’arte, di lettere e di impiego imprenditoriale. A parte la tradizionale “moneta falsa di Buia”, é un dato di fatto che da questa gente, particolarmente alla fine del secolo scorso, sono usciti eccellenti artisti di fama nazionale nel settore della medaglia e del conio di Stato. Ma forse, quello in cui hanno più segno e percorso più lungo, é l’emigrazione, come avventura necessaria certo, ma anche come epoca di cui sono stati protagonisti di mille esperienze per oltre un  secolo e mezzo.
Ricostruita dopo la rovinosa distruzione del terremoto del 1976, ha ripreso la sua vitalità di iniziative civili e sociali con nuovo impegno.

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Foto di copertina: Duomo Santo Stefano di Buia

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