Il castello di Artegna
ARTEGNA
Monete, lacrimatoi, spille e punte di frecce sono altrettante testimonianze ritrovate in questo singolare paese che certamente ha radici romane, come insediamento fisso di luogo fortificato sulla strada del Nord: il suo nome è ancora oggetto di studio per una derivazione nella quale gli studiosi non concordano. La storia di Artegna è legata strettamente al suo castello sul colle di San Martino, castello che fu per secoli oggetto di scontri e di lotte feudali. Di certo i Longobardi ne fecero uno dei punti chiave della loro cerchia di difesa, prima ancora che il luogo entrasse ufficialmente nella storia del patriarcato aquileiese, in cui ebbe sorti alterne di pace e di guerra. I padroni cambiarono spesso e a farne le spese era sempre la popolazione. Artegna sopportò male soprattutto la soggezione nei confronti di Gemona che volle perfino distruggere il castello ricostruito. Finì che arrivò la nobiltà dei Savorgnan nel 1448: ma il dissenso conflittuale con Gemona durò ancora, fino alla venuta dei francesi nel 1797 quando raggiunse la libera municipalità.
Un fatto di storia recente caratterizza il comportamento della popolazione di Artegna: subito dopo il primo conflitto mondiale, la gente, come in altri centri, soprattutto della Carnia, si ribellò contro gli esattori e gli ufficiali giudiziari, armata solo di forconi e badili, sostenuta dal suono delle campane che battevano a martello.
Il castello era stato rimesso a nuovo e portato all’antica nobiltà quando il terremoto del 1976 ne sbriciolava le antiche mura e le strutture più importanti: e ci vorrà fatica per dargli il volto dei suoi secoli.
Più recentemente invece è stato realizzato il completo restauro della Chiesa di Santo Stefano in Clama, risalente al secolo decimosecondo: conserva un prezioso ciclo di affreschi, venuti alla luce durante i lavori di recupero, certamente databili a poco tempo dopo la costruzione dell’edificio.
Chiesa della Natività della Vergine Maria – Fonte immagine Wikipedia – Johann Jaritz
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