GRANDI MAESTRI DEL CINEMA RUSSO

GRANDI MAESTRI DEL CINEMA RUSSO

In Russia la creatività di alcuni grandi registi arricchisce  e rinnova il linguaggio del cinema

Negli anni Venti iniziò in Russia una grande stagione cinematografica. Questo immenso Paese, uscito dalla tragedia della prima guerra mondiale e dai terribili sconvolgimenti della Rivoluzione del 1917, viveva un periodo assai difficile dal punto di vista economico, ma ricco di speranze per il futuro, in un clima di grande attività e fervore intellettuale: la scarsità di fondi, la povertà di mezzi tecnici, la mancanza di attrezzature adeguate non impedirono che muovessero i primi passi registi destinati a lasciare un’impronta indelebile nella storia del cinema: Ėjzenštejn, Pudovkin e Dovzhenko.

Geniali “costruzioni”

Sergej Michajlovič Ėjzenštejn (1898-1948), dopo aver fatto il pittore, lo scenografo e il regista teatrale, esordì nella regia con il film Sciopero (1924), nel quale la carica espressiva delle immagini era accentuata da un geniale accostamento delle sequenze: il montaggio, cioè la tecnica che consiste nel ritagliare e incollare opportunamente la pellicola impressionata, per Ėjzenštejn era fondamentale nella costruzione di un film. L’importanza di questa tecnica e le possibilità creative che offriva furono dimostrate soprattutto dall’opera seguente, La corazzata  Potëmkin, (1925), rievocazione di un drammatico episodio della fallita Rivoluzione Russa del 1905: quest’opera rese il suo autore famoso in tutto il mondo e rappresenta tuttora uno dei film più celebri della storia del cinema. Invitato in America, Ėjzenštejn cercò di realizzare un progetto che riguardava la storia del Messico dagli Aztechi alla Rivoluzione del 1910, senza però riuscire a completarlo. Ma anche in patria il lavoro di Ėjzenštejn trovò numerosi ostacoli, a causa della rigidità politica e ideologica del governo sovietico: nonostante ciò egli riuscì a realizzare film grandiosi, come Aleksandr Nevskij (1938) e Ivan il terribile (1944-45).

La nave da guerra corazzata Potëmkin, 1906

In primo piano

Vsevolod Illarionovič Pudovkin (1893-1953), ex ingegnere e attore dilettante, si rivelò come grande regista cinematografico con il film La madre (1926), tratto dal romanzo omonimo di Maksim Gorkij. Anche in questo film, come già ne La corazzata Potëmkin, faceva da sfondo la rivoluzione del 1905, ma mentre Ėjzenštejn aveva concentrato l’attenzione sulla massa, Pudovkin mise in evidenza gli individui e i loro drammi personali, utilizzando con frequenza la tecnica del primo piano, cioè l’inquadratura dalle spalle in su.

Una scena del film La madre (1926)

Un regista che amava la terra

Altro grande regista del cinema sovietico fu Aleksandr Dovzhenko (1894-1956), nativo dell’Ucraina. I suoi due primi film furono apprezzati da Ėjzenštejn e Pudovkin, i quali incoraggiarono il giovane a proseguire sulla strada del cinema. L’amore per la sua gente e per la sua terra trovarono espressione nei successivi Arsenale (1929) e La terra (1930).
Nel secondo, che rappresenta il suo capolavoro, Dovzhenko affronta l’argomento della collettivizzazione dei campi voluta dal regime e racconta una drammatica vicenda di contrasti tra contadini ricchi e poveri; ma al centro dell’opera c’è soprattutto la poesia della natura nella sua grandiosa bellezza.

La terra (1930)

VEDI ANCHE . . .

LA DECIMA ARTE – IL CINEMA

LE PRIME SALE CINEMATOGRAFICHE

CINEMA – Dall’arte muta al sonoro

CINEMA – L’AVVENTO DEL SONORO

GRANDI MAESTRI DEL CINEMA RUSSO

LE ORIGINI DEL CINEMA ITALIANO

FILM “COLOSSALI” – KOLOSSAL

CINEMA ITALIANO TRA LE DUE GUERRE

.