NASCITA DELLA LETTERATURA – LE ORIGINI DELLA LETTERATURA ITALIANA

NASCITA DELLA LETTERATURA

ORIGINI DELLA LETTERATURA ITALIANA

Quando si parla di letteratura, si pensa immediatamente a dei libri stampati, a delle opere scritte, ben allineate negli scaffali di una biblioteca, appartenenti ad autori famosi che spesso si sono sentiti nominare almeno a scuola. La letteratura è così associata alla nozione di “cultura” e quest’ultima viene strettamente ricollegata all’esistenza dei libri.

Eppure questo modo di pensare non è del tutto corretto, anche se è comprensibile.
Innanzi tutto ogni società umana possiede una sua letteratura, così come ha una sua cultura. Entrambi questi due elementi nel corso dei secoli hanno subito un’evoluzione storica e affondano le loro radici più profonde nelle tradizioni delle popolazioni primitive.
Allora, presso le comunità tribali, la cultura si esprimeva attraverso il canto, la danza, il racconto, la preghiera e il rito. Ciò che veniva narrato e celebrato erano le imprese di caccia e di guerra, le storie degli dei, i miti che spiegavano a modo loro gli elementi della natura, il rapporto con l’aldilà e con le forze divine che governano il mondo.
Tuttavia all’inizio, presso gli antichi, tutti questi racconti non erano scritti, ma venivano trasmessi a voce, di padre in figlio, da individuo a individuo. La scrittura verrà solo più tardi, per fissare in modo duraturo nel tempo ciò che prima era trasmesso oralmente, per aiutare cioè la memoria affinché il patrimonio culturale della comunità non vada disperso.
La scrittura infatti nasce dal disegno; disegnare, così come scrivere, significa raccontare, riprodurre la realtà e allo stesso tempo ripeterla, anticiparla e aiutare a realizzarla la caccia futura sarà propiziata dall’atto di disegnare l’animale ucciso.
Raffigurare è dunque, per l’uomo primitivo, compiere un gesto magico, un rito, quasi al pari che pronunciare una formula di scongiuro; infatti raffigurare un essere esistente vuol dire sottrargli parte della sua forza e averlo in proprio potere.
Quindi la cultura non si è espressa solo attraverso i libri, ma qualunque forma artistica (letteratura, pittura, danza ecc.) deriva dall’esigenza dell’uomo di rendere rappresentabili ed eterni la religione, la magia e il rito. Basta pensare agli Egiziani, che ricoprivano templi e monumenti funerari con scritte e disegni: scrivere la storia del defunto, elencarne i meriti e mostrarlo nell’atto di combattere significava perpetuare nel tempo le sue imprese, in modo che lo accompagnassero anche nell’oltretomba.
Si può infine affermare che le prime opere letterarie (racconti di fatti, di miti, di gesta eroiche) non nascono dal gusto di divertire e di arrecare piacere, così come l’arte non nasce dal gusto del bello: la letteratura e l’arte derivano da una necessità rituale di trasmettere una serie di avvenimenti, miti, superstizioni e leggende a cui la comunità riconosce un valore, che costituiscono quell’insieme di principi ideali, leggi e norme a cui i discendenti dovranno sottostare.
Gli alfabeti fonetici entrano in uso nel I millennio a.C. 
Da sinistra a destra:  fenicio arcaico, ebreo arcaico, moabita, fenicio, greco arcaico, greco orientale, greco occidentale

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Col passare del secoli i vari alfabeti si evolvono, e con essi anche la struttura sintattica delle diverse lingue. 
Da sinistra a destra:  greco classico, etrusco arcaico, etrusco classico, latino arcaico, latino arcaico-epigrafico, latino classico, gotico, italico, romano.
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