LA VEDOVA ALLEGRA – Franz Lehár

  
LA VEDOVA ALLEGRA

Titolo originale- Die lustige Witwe
Lingua originale – Tedesco
Genere – Operetta
Musica – Franz Lehár
Libretto – Victor Léon e Leo Stein

Fonti letterarie – L’Attacché d’ambassade di Henri Meilhac (1861)
Atti – Tre
Epoca di composizione 1905
Prima rappresentazione – 30 dicembre 1905
Teatro – Theater an der Wien, Vienna
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Personaggi
Mirko Zeta, barone ambasciatore pontevedrino a Parigi (tenore)
Valencienne, sua moglie (soprano)
Danilo Danilowitsch, conte, segretario dell’ambasciata pontevedrina (tenore o baritono)
Hanna Glawari, ricca vedova (soprano)
Camille de Rossillon (tenore)
Cascada, visconte (tenore)
Raolu de St-Brioche (tenore)
Bogdanowitsch, console pontevedrino (baritono)
Sylviane, sua moglie (soprano)
Kromow, consigliere dell’armata pontevedrina (tenore)
Olga, sua moglie (soprano)
Pritschitsch, colonnello pontevedrino in pensione e addetto militare dell’ambasciata (baritono)
Praskowia, sua moglie (mezzosoprano)
Njegus, impiegato di cancelleria dell’armata pontevedrina (baritono)
Lolo, Dodo, Jou-Jou, Frou-Foru, Clo-Clo, Margot, “grisettes” (soprani)
Un servitore (recitato)
Parigini, pontevedrini, musicisti, servitori (coro)
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Franz Lehár 
Ferenc Lehár, conosciuto, in tedesco, anche come Franz Lehár (Komárom, 30 aprile 1870 – Bad Ischl, 24 ottobre 1948), è stato un compositore austriaco di origine ungherese.
La prima esecuzione de La vedova allegra fu rappresentata nel celebre teatro viennese Theater an der Wien e, seppur allestita con una scenografia molto semplice, ottenne un grandissimo successo.
Con quattro operette all’attivo, due delle quali di grande successo, Lehár scrisse la musica de La vedova allegra su libretto di Viktor Léon e Leo Stein.
La storia di questa deliziosa operetta è frutto della fantasia.
Il piccolo stato balcanico di Pontevidrini è ormai sull’orlo del fallimento e non può rinunciare al cospicuo patrimonio della sua maggior contribuente, la ricca vedova Anna Glavari. I suoi compatrioti temono che la vedova ceda alla corte di un francese, Camille, allontanando così le sue ricchezze. Essi cercano perciò di indurla a sposare un pontevidrino, il bel Danilo, personaggio con il quale la donna aveva già avuto una storia d’amore in passato.

Un romantico intrigo

L’operetta si apre con il ricevimento nell’ambasciata dei pontevidrini a Parigi, dove Werehr’ste Damen und Herren (‘Gentili signore ed egregi signori’) riuniti per l’occasione brindano in onore del vecchio ambasciatore.
Nello stesso tempo, l’affascinante Camille, innamorato della giovane moglie dell’ambasciatore, Valencienne, non potendo più celare il suo amore, intona So kommen Sie! Ist’s niemand hier (‘Venite, non v’è nessuno qui!). La donna protesta, facendo appello alla sua rispettabilità di moglie.
Entra Anna Glavari (la Vedova allegra, appunto), con alcuni spasimanti da lei subito respinti perché Bitte meine Herren, Hab’in Paris mich noch nicht akklimnatisiert (‘Perdonate, signori, ma avvezza ancor non sono ai vostri usi parigini’).
Alla loro pressante corte replica di non essere lei l’oggetto dei loro desideri, ma le sue ricchezze.
Più tardi nel corso di una festa a casa sua, Anna intona unaria dedicata alla sua patria: Ich bitte hier zu verweilen – ese lebt’ eine Vilja (Villa, o Vilia, ninfa del bosco).
La romanza narra di Vilia, una ninfa dei boschi amata da un giovane cacciatore, che attira l’innamorato nella sua grotta, lo bacia una sola volta e poi svanisce; ma il cacciatore non rinuncia a cantare il suo incessante amore.
Valencienne ammonisce Camille con le parole Mein Freund! Wernunft (Amico mio, siate ragionevole) e lo esorta a sposare Anna.
Il delizioso Entr’acte  riprende i temi principali dell’intera operetta, rammentando al pubblico tutte le vicende a cui hanno fino ad ora assistito divertendosi.
La commedia prosegue verso la sua conclusione, quando Danilo e Anna finalmente si accorgono di amarsi e al ritmo del celebre valzer Lippen schweigen (Tace il labbro, t’amo dice il violin) cantano felici il trionfo dell’amore.