CURARSI CON LA GENZIANA

Gentiana lutea

LA GENZIANA

Questi fiori meravigliosi devono il loro nome a Genzio, re dell’Illiria, che per primo scoprì le loro virtù medicinali. In Francia ne esistono 22 specie, fra cui la stupenda Gentiana acaulis color zaffiro (la genzianella) e la genziana asclepiadea, dai fiori azzurri picchiettati di nero; qui vi parlerò solamente della genziana maggiore o genziana gialla (Gentiana Lutea), la più grossa, la più fiera e la più maestosa.

Questa splendida pianta cresce solo in montagna, supera spesso il metro di altezza, ha grandi foglie ovali alla base e fiori color dell’oro a cinque petali, raggruppati sotto le ascelle delle foglie superiori.

Mi raccomando: non la confondete con il suo vicino degli alpeggi, il mortale elleboro bianco, che ha lo stesso portamento della genziana ma che si riconosce dalle foglie che sono alterne ed hanno la pagina inferiore villosa.

Gentiana Lutea
Il mortale elleboro bianco
Tutti sanno che la radice della genziana è un ingrediente fondamentale nella preparazione di ottimi liquori (malgrado che un incosciente abbia dichiarato che la genziana protegge dall’ubriachezza!). Per questa sua qualità alcuni raccoglitori si danno a un vero e proprio saccheggio: non seguitene l’esempio.
Una radice grossa come un pugno vi basterà per un anno e sappiate che la genziana impiega da 10 a 15 anni per raggiungere la fioritura: non distruggete dunque una specie che potrà un giorno guarire i vostri figli. Perché li guarirà!
Già gli antichi la somministravano, credendo che guarisse i morsi dei serpenti (non ci credo), per curare disturbi del fegato e dell’intestino (sono completamente d’accordo), contro parassiti di ogni genere (è certo), come stimolante generale delle funzioni digestive (l’ho verificato io stesso), come febbrifugo e come diuretico (ve lo garantisco).

Noi moderni abbiamo aggiunto a questo elenco di virtù quella di aumentare la secrezione salivaria (il che ne fa un ottimo aperitivo), di tonificare l’insieme dell’organismo (come tutte le piante amare), e di aumentare i globuli bianchi, validi difensori contro tutti i germi infettivi.

Raccolta

Se non abitate in montagna, potere acquistare la radice della genziana in una buona erboristeria. In caso contrario, estirpate la radice in autunno (munitevi di una zappa perché la radice si sviluppa molto in profondità): dopo averla accuratamente lavata, lasciatela per due settimane esposta alle intemperie, quindi fatela essiccare in un capannone o in granaio; una bella radice di genziana può raggiungere un metro di lunghezza.

Se vi trovate in montagna in luglio-agosto, non tralasciate di cogliere anche qualche fiore, che farete essiccare all’ombra o nel forno.

Preparazione e impiego

INFUSO o DECOTTO di fiori (sudorifico, anti-infettivo): mettete 10 pizzichi di fiori secchi in un litro d’acqua. (Una tazza ogni 3 ore, solamente durante gli accessi di febbre.)
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DECOTTO di radice: fate bollire 5 minuti un pezzetto di radice grosso come una noce per tazza d’acqua. (Una tazza la mattina a digiuno.)
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MACERAZIONE di radice: misurate da 15 a 20 grammi di radice per litro d’acqua o vino bianco; lasciate riposare una notte. (Una tazza la mattina a digiuno.)
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POLVERE di radice: da 1 a 3 pizzichi al giorno, nel miele, per una settimana (come tonico). 10 pizzichi, sempre col miele, da prendere in due volte, in casi di accessi di febbre.
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DECOTTO CONCENTRATO (per uso esterno, come tonico dell’apparato digestivo): misurate 100 grammi di radice per litro d’acqua; applicate questo liquido in impacchi sull’addome.
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BAGNI ALLE MANI E PEDILUVI: l’equivalente di, due noci di radice tritata per litro d’acqua.
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NotaNon abusate della genziana per uso interno perché può ostacolare la digestione e provocare il vomito.
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ATTENZIONE: Tutte le notizie e curiosità contenute in questo pagina hanno esclusivamente scopo informativo e non intendono sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.