RITRATTO DI ALVISE MOCENIGO – TINTORETTO

RITRATTO DI ALVISE MOCENIGO (1570 circa)
Jacopo Robusti detto il Tintoretto (1518-1594) 
Olio su tela cm. 116 x 97
Gallerie dell’Accademia, Venezia

Questo magnifico ritratto, che raffigura il doge Alvise Mocenigo seduto in posa severa e abbigliato con abiti ufficiali, è uno dei più riusciti lavori di Tintoretto. Il taglio della figura è molto vicino a quello adottato da Tiziano per ritrarre la serie dei dogi per Palazzo Ducale, purtroppo distrutta dall’incendio che danneggiò seriamente l’edificio nel 1577, modello che riscosse notevole successo fra gli artisti veneziani. Quanto i moduli dei due pittori veneziani siano vicini è comprensibile grazie al confronto fra questo ritratto e quello del doge Andrea Ghitti che Tiziano aveva eseguito almeno un trentennio prima.
Alvise, appartenente alla nobile famiglia Mocenigo, che fino al Settecento fornì valenti uomini alla Repubblica, nacque a Venezia nel 1507. Eletto doge di Venezia l’11 novembre del 1570 restò in carica fino alla morte, avvenuta il 4 giugno del 1577. Sotto il suo dogato si registra la guerra della Repubblica contro Cipro che causò la perdita dell’isola, nonché la gloriosa battaglia di Lepanto del 1571 che arrecò un durissimo colpo alla supremazia della flotta turca nel Mediterraneo.
I tratti fisiognomici del Mocenigo suggeriscono che all’epoca del ritratto l’uomo avesse circa sessant’anni e forse la commissione fu immediatamente successiva alla sua elezione a doge. Questo fu il primo di una serie di ritratti che
l’artista realizzò per il suo protettore, fra i quali segnaliamo la Pala Votiva del Doge Alvise Mocenigo (Washington, National Gallery) dove il doge è effigiato insieme alla moglie Loredana, e il Redentore adorato dal Doge Alvise Mocenigo, opera questa destinata a sostituire la perduta decorazione di Tiziano nella Sala del Collegio in Palazzo Ducale, dove il doge compare insieme ai fratelli Giovanni e Nicolò.

Il dipinto proviene dalla Procuratia “de Ultra” dove risulta citato dal Boschini (1674) come opera del Tintoretto, e da qui spostato alle Gallerie dell’Accademia, dove si trova ancora oggi, durante il periodo Napoleonico, nell’ambito dell’accentramento delle opere d’arte nei grandi musei.
Il ritratto è stato restaurato nel 1959 dal Pellicioli.

 

Tiziano, Ritratto del Doge Andrea Ghitti, 1540 circa, Washington, National Gallery.

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