RITROVAMENTO DEL CORPO DI SAN MARCO – Jacopo Robusti detto il Tintoretto

 

RITROVAMENTO DEL CORPO DI SAN MARCO (1562-1566)
Jacopo Robusti detto il Tintoretto (1518 – 1594) 
Olio su tela cm. 116 x 97
Gallerie dell’Accademia a Venezia

La scena illustra la storia del ritrovamento del corpo di San Marco, trafugato ad Alessandria, all’interno di uno spazio sviluppato in profondità. L’animoso dinamismo della composizione è sostenuto dall’obliqua fuga prospettica della loggia di destra che ospita i sepolcri, dove alcuni uomini sono intenti a calare il ritrovato corpo del Santo.
Tutta la scena è investita da una solenne drammaticità che trova un valido sostegno nella modulata illuminazione che segna i protagonisti dell’evento. In primo piano l’imponente figura di San Marco indica il luogo del ritrovamento del suo corpo. Ai suoi piedi un cadavere fortemente scorciato, molto vicino al Cristo Morto del Mantegna (Milano, Pinacoteca di Brera), sistemato su uno splendido tappeto orientale. In secondo piano il vecchio Tommaso Rangoni, committente dell’opera, avvolto in una veste confezionata con un prezioso tessuto. La drammaticità dell’ossesso, a destra della composizione, contribuisce ad esaltare il carattere emotivo dell’opera.
La luce che emerge dallo sfondo proviene da una torcia tenuta in mano da un uomo intento a cercare il corpo del Santo sotto una botola che si apre sul pavimento.
La ricerca che conduce Tintoretto a spericolate fughe prospettiche, alla drammaticità dell’azione e alla costruzione di azzardate scenografie, prende l’avvio con l’esecuzione delle Nozze di Cana nella chiesa della Salute (1561), e trova un preciso riscontro negli scritti contemporanei di Sebastiano Serlio.

Alla soppressione della Scuola di San Marco, nel 1807, la grande tela venne trasferita nella Sala dello Scrutinio del Palazzo Ducale di Venezia. Nel 1811 venne deciso il suo trasferimento a Milano, mentre le altre due tele che completavano il ciclo della Scuola di San Marco, furono dapprima collocate nel salone della Libreria Marciana e nel 1864 trasferite a Vienna, per ritornare in patria solo nel 1920. Dopo un soggiorno presso la locale chiesa di San Marco l’opera venne riportata nella Pinacoteca di Brera.
Al British Museum è conservato uno studio preparatorio autografo relativo alla figura con le braccia alzate, in secondo piano sulla destra della composizione.

Storia della commissione dei teleri della Scuola di San Marco

I teleri destinati a decorare la Scuola di San Marco furono commissionati al Tintoretto dal medico ravennate Tommaso Rangone residente a Venezia. Le opere realizzate furono tre: questa conservata a Brera, Il trafugamento del corpo del Santo e San Marco salva un Saraceno durante un naufragio, ambedue nelle Gallerie dell’Accademia di Venezia. L’esecuzione cade intorno al 1563-1564, senz’altro prima del 1566 anno in cui il Vasari, in visita a Venezia, li vide in loco. La presenza in ciascuno dei teleri dello stemma del Rangone venne contestata dalla Confraternita di San Marco che per tale ragione li respinse. Dopo un breve soggiorno nel1”agosto del 1573 presso la casa del medico, le tele l’8 settembre dello stesso anno sono testimoniate nella bottega del Tintoretto, pronte ad essere ritoccate, ma misteriosamente ritornano alla Scuola senza che i tanto contestati stemmi fossero ricoperti.

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